Le vere sorprese? Nella «Semaine» e alla «Quinzaine»

Come ogni anno il programma delle sezioni parallele del Festival di Cannes passa in secondo piano nei discorsi della vigilia rispetto ai fuochi artificiali della competizione ma è facile scommettere che dopo due settimane di indigestione cinefila, sarà proprio qualcuno dei titoli meno scontati a calamitare l’attenzione e almeno uno dei cineasti che approdano sulla Croisette da sconosciuti ne uscirà con i galloni della gloria. Così si segnala che della debordante pattuglia francese che l’associazione dei cineasti francesi porta alla Quinzaine, fa parte anche il veterano Andrè Techinè con «Imperdonabili». Il film batte anche bandiera italiana (come accade ormai da anni a Techinè) e rafforza quindi una piccola squadra tricolore che scommette molto sull’esordio di Alice Rohrwacher con «Corpo celeste». Altri autori da tener d’occhio nella stessa sezione sono senz’altro Duane Hopkins («Cigarette at night»), Bouli Lanners («I giganti»), la messicana Natalia Almada con «El Velador» filmato nel mondo dei narcos, Urszula Antoniak con il pruriginoso «Codice Blu».
Nomi più noti, potenzialmente tutti degni del concorso, si ritrovano invece a contendersi il premio di Un Certain Regard, vero laboratorio linguistico ed espressivo cui in questi anni Cannes ha affidato il compito di preparare in laboratorio il cinema di domani.

Qui si ritrova una robusta squadra di «soliti noti» dalla patente autorale certa: il coreano Kim Ki-duk («Arirang»), il francese Bruno Dumont («Hors Satan»), il veterano Robert Guèduguian («Le nevi del Kilimagiaro»), il rumeno Catalin Mitulescu («Loverboy»), il coreano Hong Hsang-soo («The Day He Arrives»). E naturalmente il più atteso, quello destinato probabilmente a sorprendere più di tutti, ovvero Gus Van Sant con il misterioso «Restless».

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