«Vergognatevi!». E accoltella un gay

Si sentivano al sicuro, protetti, là a due passi dal «Gay village», l’oasi friendly della capitale, una delle destinazioni più gettonate dell’estate romana, una parentesi di divertimento in cui non ha senso nascondersi. Si erano conosciuti poco prima dell’alba, alle quattro di ieri, di fronte a un chiosco che vende panini nel vicino parco Rosati: uno sguardo, un sorriso, una parola. Fino a qualche timido bacio. Scene ordinarie per una coppia che nasce, niente di eccessivo, di trasgressivo. Il problema, almeno per un uomo di 40 anni con precedenti contro il patrimonio e per reati legati alla droga, era che si trattava di due ragazzi, due persone dello stesso sesso. Li ha visti e, schifato, non ha capito più niente: prima ha cominciato a insultarli, a inveire contro di loro, a urlare gonfio di sdegno. «Vergognatevi. Ma che state facendo?», ha chiesto. I due hanno avuto la colpa di non piegarsi, di reagire verbalmente all’attacco. «Non stiamo facendo niente di male, siamo persone libere in un paese libero», hanno replicato. L’uomo, allora, dalle parole è passato alla violenza. Si è allontanato di qualche metro, ha preso una bottiglia e l’ha spaccata in testa a uno dei giovani, poi ha colpito l’altro con un coltello a serramanico. «È caduto a terra - racconta un testimone - e quella bestia ha continuato a riempirlo di calci e pugni. Sembrava una corrida, ma al posto del toro c’era un giovane insanguinato: nessuno interveniva, ma tutti guardavano quell’animale. Poi quella bestia e i suoi amici si sono allontanati a bordo di due auto, infine sono arrivate la polizia e un’ambulanza».
Una delle vittime, ricoverata all’ospedale Sant’Eugenio, è stata sottoposta a un intervento chirurgico per la ferita all’addome. L’altra ha subito delle lievi lesioni in testa e guarirà in sette giorni. Subito sono scattate le indagini, rese agevoli dalla presenza di diversi testimoni che avevano allertato il 113. I poliziotti della squadra mobile hanno ricostruito la dinamica e sono riusciti a risalire ad A.S., l’aggressore, denunciandolo in stato di libertà d’intesa con l’autorità giudiziaria. Una scelta questa che proprio non è andata giù a Gianni Alemanno. «Ancora una volta - ha affermato - devo protestare vivamente per una decisione adottata da un magistrato. È inaccettabile che un accoltellatore che ha agito con un chiaro movente di intolleranza sessuale, mettendo in pericolo la vita di due persone, sia oggi soltanto denunciato a piede libero per un mero cavillo procedurale». Il sindaco ha anche dato mandato all’avvocatura comunale di costituirsi parte civile durante il processo. «Alemanno ha ragione, l’aggressore andava arrestato, l’omofobia è una drammatica emergenza nazionale», ha affermato Franco Grillini, presidente di Gaynet. Mentre Umberto Croppi, assessore alle Politiche Culturali, ha espresso la sua «piena condanna al grave episodio di intolleranza.

Si è trattato di un gesto estremo, estraneo alla cultura dell’accoglienza della città e all’impegno più volte dimostrato da questa amministrazione che, anche con il sostegno garantito al Gay Village, sta lavorando per favorire la convivenza civile tra tutti i cittadini».

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