Oggi si chiamano colf o badanti e in genere non hanno il tempo di trastullarsi in complicati rapporti psicologici con le datrici di lavoro. La filosofia della moderna collaboratrice domestica si riassume nel famoso spot: «Luisa inizia presto, finisce presto e di solito non pulisce il...». Ma non è sempre così. Cinema e letteratura offrono un panorama variegato di rapporti diabolici (o idilliaci, secondo i casi) tra servitù e padroni (per lo più al femminile), dove a volte scattano meccanismi più o meno devastanti che spaziano dallodio alla competizione allamore, ma anche allemulazione o alla dipendenza, eccetera...
Pensiamo a un film come Rebecca la prima moglie di Hitchcock (tratto dal romanzo di Daphne du Maurier), dove Joan Fontaine interpreta la parte di una donna che sposa un ricco vedovo: Miss Denvers, la serva della precedente moglie (Rebecca) non la sopporta e fa di tutto per renderle la vita impossibile. Non scherza neppure la giovane governante interpretata da Sandrine Bonnaire nel film di Chabrol Il buio nella mente, basato sul romanzo La morte non sa leggere di Ruth Rendell. In apparenza timida e goffa, la trucida rassettatrice si rivela una serpe psicopatica che stermina la facoltosa famiglia dove presta servizio. Per tornare ai giorni nostri, è appena uscito un libro arguto e coinvolgente sul tema: Le osservazioni della scrittrice nata a Belfast ma residente a Londra Jane Harris (Neri Pozza, pagg. 400, euro 17,50; traduzione di Massimo Ortelio). Il libro - già si pensa di farne un film - narra la storia di Bessy Buckley, una quindicenne sveglia e disinvolta che una mattina decide di indossare il suo vestito migliore e andare a Edimburgo, fatto insolito per una ragazzina di quei tempi (correva lanno 1863). La teenager un po lolita viene assunta dopo varie peripezie da una giovane e ricca signora con cui sinstaura fin da subito un rapporto machiavellico che si evolverà in modo sorprendente. E qui ci fermiamo per non rivelare la trama.
Tra scope, stracci, relazioni pericolose, psicologismi, drammi e ironie che si alternano a momenti di suspense, si muovono i personaggi magistralmente descritti dalla Harris che penetra una società e unepoca dove le classi sociali sono divise in modo netto: da una parte la padrona colta, istruita ma in fondo fragile; dallaltra Bessy, intelligente e istintiva nonostante i limiti e la visuale ristretta, che proprio grazie allintuito e un senso di sopravvivenza quasi pagano capisce in fretta come gira il mondo. Un mondo, quello di Bessy, dove molti irlandesi cercano lavoro in una Scozia ostile e refrattaria allimmigrazione.
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