«Il vero Brescia? È stufo di stare in B»

Da giocatore ha lasciato ricordi splendidi in tante città, specialmente ad Ascoli, Firenze e Palermo. Da allenatore ha fatto bene a Vicenza e Piacenza pur con organici risicati, ha portato il Chievo in A, ha ricevuto la Panchina d'Oro per la B da suoi colleghi. Il biglietto da visita di Beppe Iachini, marchigiano di 45 anni, è eccellente. Eppure non riesce a far decollare il Brescia dopo aver sostituito Cavasin ai primi di ottobre. La classifica piange. Perchè tante difficoltà?
«Perché c’è ancora molto da lavorare. Speravo di portare avanti il modulo a me più congeniale, ma non ho trovato i giocatori adatti».
Eppure il presidente Corioni, proprio a «Il Giornale», aveva detto che poche squadre, anche di Serie A, hanno un trio del valore di Caracciolo, Possanzini e Flachi.
«Sulla carta è così, e magari lo sarà quando tutti e tre staranno bene nello stesso tempo. Caracciolo s’è sbloccato da qualche turno ma non è ancora a posto fisicamente, Possanzini è stato fuori per infortunio e Flachi non ha svolto la preparazione precampionato. Diamo tempo al tempo. E poi...».
Ci sono giovani importanti a Brescia?
«Uno su tutti, il centrocampista Paghera. Ha 17 anni, ma sta in campo come uno di 27, sentirete presto parlare di lui. Il ragazzo ha personalità e visione di gioco, si muove con intensità e soprattutto si fa rispettare da compagni molto più grandi di lui. Ci sono poi Salamon, El Kaddouri e Varga, ragazzi in gamba».
Il presidente Corioni le ha fatto un grande complimento dicendo che in lei ha trovato finalmente un allenatore, non un mediatore.
«E io mi auguro di ricambiarne la fiducia. Ma io sono arrivato da poco, è come se avessi perso tre mesi di lavoro».
A Corioni mancano 5-6 milioni, parole sue, per chiudere la stagione. Potrebbero arrivare solo dalla cessione di Caracciolo...
«Oddio. Non vorrei privarmi di Caracciolo che ha segnato 8 gol pur avendo giocato poco e in condizioni fisiche approssimative. Nelle ultime partite s’è visto quanto sia importante. Il presidente non mi ha detto nulla. E io ho uno splendido rapporto con lui, altrimenti non avrei firmato un contratto biennale. Si può anche fare un sacrificio, ma di fronte a una contropartita importante».
Il Brescia si gioca tutto nelle prossime sei partite.
«La B è più complessa di quanto si pensi. Nel girone di ritorno verranno fuori i veri valori, allora vedremo se certe squadre, come Ancona o Frosinone, riusciranno a mantenere il ritmo di questi tempi».
Anche le tre retrocesse hanno problemi...
«Ma alla lunga faranno bene grazie anche ai quattrini del cosiddetto paracadute che aiuta chi scende dalla Serie A. Guardi il Lecce, come s’è ripreso. Il Torino ha un organico formidabile. E la Reggina non starà a lungo in fondo con quei giocatori che ha in pancia».


E il Brescia? I tifosi non ne possono più della B dopo aver sfiorato la promozione negli ultimi 4 anni.
«Se continueremo a lavorare con intensità e umiltà, ce la faremo. Se invece pensiamo di essere i migliori e di vantare chissà quali diritti, non andremo da nessuna parte».

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