Dei cavi sottili, in fibra ottica. Appena quattro centimetri di diametro per far correre, per migliaia di miglia marine, milioni di milioni di dati. Questa è la modernità. Certo ci sono i satelliti, l'etere. Ma la gran massa dei dati viaggia via cavo, miliardi di impulsi al secondo, che passano in profondità assurde sul fondo del mare, dove la luce non arriva mai.
E cosa succede se qualcosa, in questo mondo sommerso dove la pressione può accartocciare qualunque sottomarino nucleare, si rompe? Succede che il sistema si ferma, la rete traballa, l'analogico di una frana sottomarina, irrompe nel nostro sogno di una vita digitale, eterea, perfetta, istagrammabile. Succede che qualcuno deve salire su una nave e tentare di riparare quello che sembra irreparabile. Calare un rostro metallico nelle profondità e cercare di agguantare questo sottile ponte in fibra ottica e rimettere il mondo a posto.
È questo il punto di partenza del nuovo romanzo di Colum McCann, Twist, uscito per i tipi di Feltrinelli e con la traduzione di Marinella Magrì.
C'è uno scrittore irlandese, Fennell con brutti trascorsi con l'alcol (e con quasi tutto ciò che riguardi i rapporti umani) che aspetta di imbarcarsi per scrivere un reportage su come si tiene in piedi l'internet mondiale riparando i cavi subacquei e poi c'è Conway, un altro irlandese misterioso, che è al comando della squadra della nave Georges Lecointe che quei cavi li ripara partendo dal Sudafrica. E poi c'è il fiume Congo che straripa e butta in mare tanto di quel fango da provocare danni gravissimi che vanno riparati.
Ma quando l'avventura comincia e la nave si allontana da Città del Capo nella tempesta, quello che il lettore scoprirà è che è molto più difficile aggiustare gli esseri umani che le cose. Inizia un viaggio a la Conrad - è lo stesso Fennell ad accorgersi come tutto assomigli sempre più a Cuore di tenebra - dove il mare e la solitudine mettono alla prova un sacco di cose.
Soprattutto per Conway che all'inizio con la sua marinaresca franchezza e la sua dedizione è l'idolo del molto più titubante Fennell. Conway è il re delle immersioni e dell'apnea, Conway non perde mai la calma. Conway ha chiaro in mente cosa bisogna fare, costi quel che costi: "Ci sono quattrocento casi attivi, Fennell. E meno di di cinquanta navi al mondo in grado di ripararli. Fatti due conti. Se ne saltano alcuni di quelli strategici, siamo fottuti. Sul serio. Sarebbe una catastrofe".
E Conway lotta caparbiamente sul mare, mentre la sua ragazza Zanele parte verso l'Inghilterra. Ma quando questo amore perfetto che a Fennell sembrava in grado di reggere qualunque distanza viene investito da fatti imprevedibili, inizia a riemergere il passato di Conway. Un passato che spinge più a distruggere che riparare...
E così tutto cambia e Conway all'improvviso scompare, in modo misterioso appena la nave si riavvicina alla costa. Lasciando Fennell ad annaspare in un reportage che gli sembra davvero lontano dal raccontare la realtà...
Non diremo di più al lettore per non rovinare la lettura di quello che all'apparenza è anche un thriller in mare aperto. Possiamo però dire che Colum McCann mette in scena in queste pagine ben di più. Nelle pagine del libro si possono trovare: la difficoltà di liberarsi dalla dipendenza da alcol; la forza dei social che schiaccia le persone; la fragilità di una tecnologia pervasiva che di colpo scompare; la difficoltà di sopravvivere in un mondo dove alla fine l'hardware dell'esistenza conta più del software; il mistero insondabile della natura umana... Ma soprattutto la difficoltà di dare un senso all'esistenza, soprattutto in un Sudafrica che è metafora dell'inaggiustabilità del Mondo che abbiamo creato.
I protagonisti, con o senza i rampini che servono a riparare cavi sommersi, con o senza l'esplosivo alla termite che serve a distruggerli, devono fare lo stesso percorso di quelli di Cuore di tenebra, o
del capitano Benjamin L. Willar in Apocalypse Now. Un richiamo voluto, percepibile e dichiarato che muove tutto il libro ma declinato nella modernità... Dove non si arriva mai al cuore della tenebra. Si può solo sfiorarlo.