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Verona, guerra alle lucciole Ecco le prime multe da 500 euro

Sanzioni «salate» per contrastare il degrado in città. Sequestrata l’elemosina ai mendicanti. Anche il vescovo con il sindaco Tosi

Verona, guerra alle lucciole 
Ecco le prime multe da 500 euro

Verona - Il tempo di aspettare che calasse il sole e le lucciole si appostassero sotto i consueti lampioni, e via con le supermulte. A Verona sabato mattina è entrata in vigore l'ordinanza del sindaco leghista Flavio Tosi che prevede sanzioni fino a 500 euro per i clienti delle prostitute di strada, e già sabato sera i vigili urbani hanno pizzicato tre uomini, due veronesi e un marocchino regolarmente residente nella città scaligera, che contrattavano lungo i viali del vizio, nelle vicinanze dello stadio Bentegodi e nella zona industriale a sud del centro storico. Documenti, identificazione e verbale da 500 euro.
È dunque calata immediatamente la mano pesante del comune sulla prostituzione, dopo che il decreto sicurezza del governo ha concesso ai sindaci (su loro precisa richiesta) la possibilità di graduare da 50 a 500 euro le sanzioni in base alla gravità del comportamento di chi commette reato. A Verona sono state ritoccate anche le multe per chi consuma alcolici al di fuori degli esercizi pubblici: 100 euro alla prima infrazione, 250 alla seconda e 500 per le successive. E pugno di ferro contro chi viene sorpreso a mendicare, in base a un'ulteriore ordinanza in vigore da giovedì. Il primo giorno nessuna segnalazione, sembrava che i mendicanti fossero improvvisamente spariti nel nulla. Invece ieri e sabato la polizia municipale ha fermato sei persone alle quali è stato confiscato il denaro elemosinato. Uno solo di questi sei è italiano; gli altri sono slavi: due zingari rom, un romeno, un bulgaro e un immigrato dell'ex Jugoslavia, già assistito dai servizi sociali del comune, fermato due volte lo stesso giorno.

Tosi è soddisfatto dell'efficacia delle nuove misure a tutela dell'ordine e del decoro pubblico. Le supermulte ai clienti delle lucciole verranno presto applicate in numerose città del Nord Italia, in particolare in quelle aderenti alla cosiddetta «Carta di Parma», un patto tra una ventina di sindaci di entrambi gli schieramenti. Esse sono state immediatamente introdotte a Padova, il cui sindaco diessino inaugurò la stagione delle sanzioni con le multe di 36 euro per intralcio alla circolazione. Già oggi i verbali potrebbero essere portati a 500 euro. «La polizia municipale sta operando per rendere Verona una città sempre più sicura - ha detto Tosi -: combattiamo il fenomeno della prostituzione su strada che crea disagi ai cittadini e il degrado in alcune zone della città, e stronchiamo l'accattonaggio, un racket che spesso sfrutta disabili veri o finti per impietosire le persone».

Di racket, infatti, si tratta. «Alcuni anziani ci avevano segnalato di essere stati importunati da rom davanti al cimitero - riferisce il capo della polizia municipale scaligera, Luigi Altamura -. Per loro stessa ammissione, queste persone vivono a Brescia e venivano accompagnate ogni giorno a Verona. Raccoglievano anche 50 euro al giorno. Gli invalidi vengono trasportati nelle vie del centro. E c'è anche chi stampa volantini inventando storie commoventi di bambini stranieri gravemente malati e bisognosi di soldi per le cure».

Nella battaglia contro l'accattonaggio, criticata dal centrosinistra ma accolta con favore dalla gran parte dei veronesi, il sindaco leghista ha trovato un alleato d'eccezione: il vescovo Giuseppe Zenti. Sull'ultimo numero del settimanale diocesano «Verona Fedele», il prelato definisce l'accattonaggio «una piaga sociale indegna dell'essere umano specialmente se ha come protagonisti bambini strumentalizzati». E quindi, niente elemosine ai semafori o per le strade: «Non è vera carità».

I fedeli non devono avere rimorsi se non si fanno impietosire, «non fosse altro perché non siamo in grado di intercettare eventuali sfruttatori dell'accattonaggio». Semmai, il vescovo invita a dare soldi alla Caritas: «La carità cristiana è intelligente e sapiente, passa attraverso i canali giusti, con una sostanziale certezza che essa va a buon fine».

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