«La moda ha cambiato limmagine del Paese: una volta sulle copertine dei grandi settimanali tipo Der Spiegel comparivano gli spaghetti con la P38 come condimento, poi sono arrivate le facce dei nostri stilisti». Santo Versace in un primo momento risponde così alla polemica scoppiata durante la presentazione del prossimo Salone del Mobile quando Carlo Guglielmi, amministratore delegato di Fontana Arte e presidente di Cosmit, ha chiesto più attenzione al mondo del design sparando a zero sugli incentivi concessi dallo Stato al settore tessile-abbigliamento per la preparazione dei campionari. Inevitabile a questo punto chiedere il parere della controparte, anche perché poi durante la settimana del design, dal 14 al 19 aprile, il mondo della moda organizza 58 iniziative per così dire collaterali. Giorgio Armani, per esempio, inaugurerà il nuovo megastore Armani Casa in via SantAndrea, invece Versace presenterà la nuova home collection sotto il segno della Medusa.
Ma mentre lo stilista-imprenditore si trincera dietro un prudente no comment, Santo Versace accetta di parlare forte anche della sua esperienza politica. «Penso che nessuno di noi che rappresentiamo le eccellenze produttive italiane debba far polemiche - dichiara -, abbiamo invece il dovere di chiedere provvedimenti intelligenti che abbiano una ricaduta positiva sul sistema Paese e che portino vantaggi a tutti per incentivare la nostra competitività». Guglielmi dal canto suo smorza leggermente i toni dicendo che si è lasciato sfuggire lespressione «stracci cuciti» perché trova assurdo il sistema degli incentivi («a tutti oppure a nessuno» tuona) ma il vero problema secondo lui è la defiscalizzazione. L'onorevole Versace concorda in pieno su questo punto. «Nellautunno 2008 - racconta - ho presentato una mozione in Parlamento chiedendo che alle aziende che esportano sia riconosciuto un vantaggio fiscale proporzionale alle esportazioni. Credevo di essere originale e invece in Danimarca è così da tempo: se esporti il 100 per cento della tua produzione, non paghi tasse. Ebbene la mozione è stata approvata allunanimità, ma poi non se nè fatto niente per mancanza di soldi e problemi vari». Guglielmi scuote la testa e dice che ci vuole una riforma strutturale del sistema fiscale, altrimenti son dolori per tutti. Versace incalza annunciando di avere pronta una nuova proposta per la commissione delle Attività produttive. «Limposizione fiscale alle aziende dovrebbe essere articolata su tre diversi livelli - sostiene -, tassazione regolare a quelle che distribuiscono utili ai soci, tassazione dimezzata a quelle che dimostrano di accantonare gli utili, detassazione per le aziende che ricapitalizzano gli utili. In Italia ci sono i prenditori e gli imprenditori. I prenditori pensano solo al loro profitto, mentre i veri imprenditori da noi sono degli eroi sottoposti a quattro diversi tipi di oppressione: politica, burocratica, fiscale e spesso anche criminale».
Impossibile resistere alla tentazione di chiedere chi sono i buoni e chi i cattivi sia nel settore della moda che in quello del design. «Carlo Guglielmi è un fior d'imprenditore - risponde Versace -, una persona molto intelligente anche se è andato fuori tema con questo attacco alla moda. Che è un settore strategico per il nostro Paese e che investe moltissimo per portare nel mondo limmagine migliore dellItalia. Senza nulla togliere al design, ma anzi aggiungendo un'eccellenza irrinunciabile, qualcosa che ci permette di perpetuare il miracolo del rinascimento italiano. Noi siamo i leader mondiali della bellezza e della creatività. Dobbiamo difendere a spada tratta questo nostro ruolo sia sul fronte della moda che su quello del design». Guglielmi non sembra del tutto convinto anche se di fondo la pensa nello stesso modo.
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