Vertice tra Abbado e Piano Il bosco? Spunta dietro il Duomo

DISTANZE Per il Comune le radici tra via Orefici e il Castello rischiano di danneggiare i servizi

Vertice tra Abbado e Piano Il bosco? Spunta dietro il Duomo

Non ci siamo. Le distanze tra il Comune e Claudio Abbado rischiano di allontanare il ritorno del maestro sul podio della Scala. Dovrebbe dirigere al Piermarini l’Ottava sinfonia di Mahler, il 4 e 6 giugno 2010. Ma sul cachet in natura richiesto a Letizia Moratti - piantare 90mila alberi in città - le interpretazioni (nel concreto) sono divergenti. E nei prossimi giorni dovrebbe tenersi un incontro chiarificatore con il sindaco, presente Renzo Piano a cui il maestro si è affidato. Anzi, l’architetto e Abbado si vedranno già questa mattina, per esaminare insieme il progetto che Piano ha disegnato per la Milano verde: una mappa di aree dove potranno essere piantati gli alberi - non tutti e novantamila ovviamente - chiesti come compenso, e che trasformano soprattutto il centro della città: l’idea è quella di un bosco in piazza Duomo, ma dietro alla cattedrale - davanti il sindaco ha già detto di preferire il ritorno al passato, le aiuole intorno alla statua di Vittorio Emanuele riscoperte sfogliando vecchie foto degli anni Venti - mentre via Orefici e largo Cairoli sarebbero collegate da un filare di alberi, interrotto a metà da una grande aiuola in piazza Cordusio. Una passeggiata verde dal Duomo fino al Castello. Ma la mappa disegnata dall’archistar non dimentica la periferia, con piante a rinfoltire parchi già esistenti e viali alberati. Ma è ovvio che l’attenzione - e pure la polemica - è concentrata soprattutto sul centro. Perchè Abbado vuole donare alla città un tappeto verde che sia di grande impatto, niente a che vedere, per intendersi, con i vasetti di via Vittor Pisani. E ha in mano il pallino: se il progetto che il Comune gli darà il permesso di realizzare non sarà soddisfacente, potrà dire grazie e arrivederci. «Se tutto va bene - aveva detto di recente Piano - potremmo cominciare a piantare i primi alberi già entro fine anno, al più tardi ai primi di gennaio». Si sono già fatti avanti gli sponsor, uno su tutti banca Intesa. Se tutto va bene, appunto.
L’assessore all’Arredo urbano Maurizio Cadeo non aveva nemmeno mascherato la stizza quando Renzo Piano annunciò pubblicamente un mesetto fa le sue idee per gli alberi di Abbado: «Tutte le proposte sono ben accette, le ascolto, poi farò la sintesi. Tocca a noi e non alla società civile decidere». E ieri ha assicurato che gli uffici di Palazzo Marino stanno eseguendo i riscontri tecnici di quei progetti, esaminando per dirla tutta se un filare alberato tra via Orefici e largo Cairoli può passare dalla carta i fatti. «Piantare alberi invece di collocare solo le piante in vaso è sempre la nostra prima scelta - concorda Cadeo - ma se lo studio di fattibilità darà un risultato negativo lo dovremo dire con chiarezza al sindaco che deciderà come procedere. Bisogna trovare un equilibrio tra le radici degli alberi e i sottoservizi già esistenti, i cavi o le tubature di Mm o dei gestori telefonici, ad esempio». Il Comune ha chiesto anche alla polizia municipale di fornire dati sul flusso di persone e spazio disponibile sull’asse Castello-piazza Duomo, per capire se il progetto può arrecare pure problemi di sicurezza.

In compenso, Cadeo anticipa che i suoi uffici stanno lavorando anche a un progetto battezzato «un albero in ogni piazza», che prevede «aiuole, elementi di arredo e la piantumazione di una pianta dove esiste già del verde, abbiamo in mente già una cinquantina di ipotesi, e anche queste concorreranno al raggiungimento del famoso traguardo dei novantamila».

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