Bepi Castellaneta
da Bari
Le segnalazioni si accavallano, ma un'altra giornata di ricerche è andata a vuoto. E mentre il mistero si infittisce, il vescovo, monsignor Mario Paciello, lancia un appello e si dice pronto «a ricevere informazioni o ad andare a prendere i bambini ovunque si trovino». Il prelato della diocesi di Altamura-Gravina-Acquaviva delle Fonti interviene sulla vicenda dei fratellini scomparsi e si offre come mediatore «per assicurare l'anonimato a chiunque abbia notizie utili per il ritrovamento», fornendo anche il suo numero privato di telefono cellulare (335-8275685) e quello dell'episcopato (080-3251111). La speranza è che qualcuno si faccia avanti e fornisca almeno un'indicazione che possa rivelarsi utile in questa storia divenuta ormai un autentico rompicapo che sta tenendo in scacco un esercito di investigatori. I quali tentano di restringere il campo delle ipotesi, ma nello stesso tempo non escludono nulla e proseguono negli interrogatori: ieri sono stati ascoltati diversi parenti e amici dei genitori; anche il padre, Filippo Pappalardi, è rimasto per circa tre ore in commissariato. Inoltre, è stato compiuto un sopralluogo per controllare alcune scritte lasciate sui muri di Gravina in Puglia. Obiettivo: tentare di individuare una traccia sulle frequentazioni o sui progetti dei ragazzini. Tuttavia per il momento non c'è alcuna svolta nel giallo di Francesco e Salvatore, 13 e 11 anni, di cui non si hanno più notizie dal 5 giugno scorso.
L'ultima volta che li hanno visti è stato alle otto e venti della sera, quando il custode dello stadio li ha notati sulle tribune mentre assistevano a un torneo di calcio. Da allora più nulla. Ed è buio fitto anche sulle due ore precedenti: sono infatti usciti di casa alle 18,30, dopo aver fatto i compiti e aver portato le scarpe dal calzolaio per una riparazione; dovevano incontrarsi con gli amici, ma nessuno li ha visti. Un particolare che alimenta dubbi e supposizioni. Tra gli investigatori prevale la convinzione che i due possano ancora trovarsi nella zona della Murgia, una collina a una quarantina di chilometri da Bari e campagne che all'improvviso sprofondano in dirupi che si fanno largo per decine e decine di metri, proprio come il canyon naturale che attraversa Gravina e si disperde in una ragnatela di cunicoli rocciosi.
L'area è stata suddivisa in quadranti ed è presidiata da centinaia di poliziotti, carabinieri, speleologi, uomini del soccorso alpino, vigili del fuoco, agenti del corpo forestale dello Stato. Questi ultimi si avvalgono di cavalli, motociclette da cross e anche di tre lupi italiani. Da due giorni gli accertamenti sono concentrati in particolare nell'area di Santeramo in Colle, un paese vicino, dove risiede la madre dei fratellini, Rosa Carlucci. Ma per il momento non è venuto fuori niente, nessun indizio che possa rivelarsi utile alle indagini, su cui tra l'altro è calato il silenzio stampa imposto dal magistrato inquirente, il sostituto procuratore Antonino Lupo. Il pm ha emesso un decreto con durata fino a domani che ha suscitato grandi polemiche e ha provocato la reazione di Federazione nazionale della stampa, Ordine dei giornalisti e Associazione della stampa di Puglia. Gli investigatori non parlano, ma l'impressione è che rimanga in piedi la pista imboccata ormai da qualche giorno, quella del sequestro.
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