Vestiremo alla Romano A Palazzo Ducale la moda indossa l'arte

Insieme alla mostra con le opere dell'artista, una collezione di abiti a tema firmati da Lubiam

Gioia Locati

«Con nuova e stravagante maniera» - questo il titolo della mostra dedicata al pittore Giulio Romano - si annuncia una collaborazione tra la casa di moda Lubiam e palazzo Ducale di Mantova. L'esposizione delle opere dell'artista si svolgerà nel museo mantovano dal 6 ottobre al 6 gennaio 2020 in collaborazione con il Louvre che presterà 72 disegni originali. Bisogna subito dire che non contribuirà solo il Louvre: giungeranno dipinti e maioliche anche dall'Albertina di Vienna, dal Victoria & Albert Museum di Londra e dalla Royal Colection di Windsor Castle.

Per l'occasione la casa moda Lubiam, specializzata in tagli sartoriali, presenta una collezione a tema.

Insomma, ci sono tutti i presupposti per dare vita a un evento poliedrico e stravagante. Così, infatti, lo ha presentato Peter Assmann, direttore del Complesso museale Palazzo Ducale: «Giulio Romano ha cambiato il volto di Mantova, è stato un eclettico, geniale sia nel disegnare un piccolo vaso che nel riorganizzare il Palazzo in forma di città (il nostro Ducale). Credo che sia importante coinvolgere sempre più i visitatori anche con iniziative satellite come questa resa possibile dal gruppo Lubiam, con il quale abbiamo già collaborato». Il direttore del museo si riferisce al progetto «Scultura in piazza» sostenuto dal 2016 dall'azienda mantovana: si dà la possibilità ad artisti contemporanei di realizzare opere per lo spazio di Piazza Castello.

Ed eccoci alla «collezione nella collezione»: i capi di alta gamma sono stati disegnati per l'occasione da Giovanni e Giulia Bianchi appartenenti alla quarta generazione della famiglia Lubiam (l'azienda fu fondata nel 1911).

C'è il classico smoking da uomo, c'è l'abito intero che riproduce il dipinto del combattimento di Diomede (riprodotto fedelmente su velluto) c'è lo spezzato composto da giacca e panciotto che riprendono il motivo geometrico della sala del museo, c'è la giacca nera che ha solo i revers stampati.

«Abbiamo realizzato gli abiti in velluto di cotone, il tessuto da noi più venduto nell'ultima stagione. È stato molto difficile ottenere le stampe ma l'effetto finale ci è piaciuto perchè riflette una patina antica. Il dipinto del combattimento è riprodotto senza i tagli delle cuciture, grazie all'abilità dei sarti. Abbiamo creato anche lo smoking ma gli altri vestiti non sono vincolati alle cerimonie. A ispirarci è stata l'immagine di un artista di oggi, ci siamo immaginati un giovane Giulio Romano innamorato della propria arte, potrebbe essere un fotografo o un musicista. I pantaloni, a doppie pinces, sono abbondanti e richiamano la moda del Cinquecento». Giulia Bianchi ha ricordato anche la motivazione del progetto, «pensiamo che la nostra industria non sia fine a se stessa ma debba creare sinergie nella costante ricerca della bellezza».

La mostra si articolerà in tre sezioni che

approfondiranno aspetti diversi dell'attività del pittore che, ricordiamolo, è stato uno dei più talentuosi allievi di Raffaello. Verranno usate tecnologie digitali per ricreare attraverso ricostruzioni 3D oggetti e ambienti di corte.

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