Vetri spaccati, spazzatura e aggressioni: la baby gang che terrorizza il Giambellino

È bastata una testata e il setto nasale si è sbriciolato. La ragazza è finita all’ospedale ed è stata operata. Storie di ordinaria violenza in via Vespri Siciliani, a due passi dal Giambellino, un quartiere dove a comandare sono i più forti. Dove i ragazzi vivono per strada, scegliendo di volta in volta il proprio obiettivo. Da un paio di anni è la scuola elementare di via Vespri Siciliani, la Nazario Sauro, a essere messa sotto assedio da un gruppetto di bulli. I ragazzi, sui vent’anni circa, tutti italiani, stazionano sui gradini dell’ingresso, quando non sono impegnati in scorribande in motorino sui marciapiedi del quartiere, lasciando passare chi vogliono, quando vogliono, bevono birra, mangiano, spacciano e la fanno da padroni. Tutte le mattine la scena si ripete: il custode della scuola elementare, verso le 7, prima dell’ingresso dei circa 400 bambini, raccoglie e pulisce gli scalini dai residui dei bagordi della sera precedente: cartocci di cibo, vetri rotti, avanzi di birra, preservativi, spazzatura varia. La settimana scorsa ha dovuto cancellare dalla scale di pietra macchie di sangue. Era quello di sua figlia, brutalmente picchiata dai bulli il sabato precedente. Il motivo: la bicicletta della ragazza. Ancora non si sa bene cosa sia successo, fatto sta che i ragazzi hanno tirato una testata alla giovane, fracassandole il naso. Lunedì la figlia del custode è stata operata. Orgogliosi dell’accaduto i bulli si sono ritrovati come al solito davanti alla scuola: «Guarda quanto sangue... L’abbiamo picchiata per bene, eh?».
La dirigente scolastica, che da vent’anni è a capo dell’istituto, ha scritto per l’ennesima volta al vicesindaco, al comando di polizia municipale, alla Asl, ad Amsa: «Non so più cosa fare - commenta Anna Sandi -, sono anni che combattiamo. I bulli terrorizzano i genitori, i bambini e gli insegnanti, tutti mi supplicano di prendere provvedimenti: io ho scritto più volte senza ricevere mai risposta. Noi siamo un punto di riferimento per il quartiere, nella nostra battaglia quotidiana per restituire un po’ di decoro alla zona, ma questi ragazzi con la loro prepotenza vanificano i nostri sforzi. Io ho provato anche a parlare con loro, a spiegare, ma non è servito a nulla».

Massimo Girtanner, presidente di zona 6, conosce bene il quartiere: «Ho scritto al prefetto e al questore perché prendano provvedimenti. Il problema è che in questo quartiere le famiglie demandano l’educazione dei figli alla strada».

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