Paola Fucilieri
Talvolta il desiderio di cambiare può essere fatale. O, comunque, giocare scherzi assai brutti. Basta pensare ai guai in cui incorrono alcune donne che, sottopostesi a interventi chirurgici estetici apparentemente banali, finiscono per mettersi nella mani sbagliate: ne è appena morta una la scorsa settimana in Campania; lanno scorso una milanese è rimasta cieca. Perché nemmeno il denaro, anche quando è tanto, preserva dagli imprevisti più drammatici.
Pensate allora ai drammi di questo genere che, però, raramente finiscono sui giornali perché colpiscono persone che consideriamo «troppo diverse» da noi e che, proprio per questo, raramente si mettono a combattere pubbliche battaglie per i loro diritti, sapendo che rischiano solo di finire derise o biasimate. Pensate, ad esempio, al viado brasiliano di 24 anni che laltra notte è corso allospedale Niguarda in preda al panico perché uno dei seni che aveva rifatto di recente allimprovviso si presentava in avanzato stato di necrosi, cioè si era afflosciato completamente e i tessuti erano praticamente inerti, senza vita.
Qualcuno (forse più di uno) penserà «peggio per lui, mica lhanno obbligato a rifarsi il seno». E il povero e sfortunato viado brasiliano in questione non solo era spaventato a morte, ma una volta in ospedale ha avuto dai medici un verdetto definitivo e terribile: quel seno non potrà più subire interventi e resterà così, uno scempio.
«In realtà - ha confessato allora il poveretto, tra le lacrime, ai sanitari - questa operazione al seno lho fatta in una struttura ospedaliera milanese consigliatami da unamica, ma è stato un intervento clandestino, costato quattromila euro appena...». Quindi: attente signore. Tante volte, forse è meglio un bel push-up.
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