Viado troppo focoso provoca un frontale

Viado troppo focoso provoca un frontale

Scontro frontale, impatto violentissimo fra due auto lanciate a forte velocità, in piena notte, nella centralissima via XXV Aprile di Arcola, nello Spezzino. La scena che si presenta ai primi soccorritori è drammatica: lamiere accartocciate, benzina sparsa sull’asfalto, urla che provengono dagli abitacoli sventrati... Urla? Più che urla, a dire il vero, sembrano altro. Gemiti, sembrano. Ma non di quelli che t’aspetti in questi casi. Non importa: lo slancio generoso dei volontari passa sopra qualunque tentativo di interpretazione. Si avvicinano, cercano di individuare gli occupanti, o almeno quello che resta di integro negli occupanti. «Qui bisogna far piano, con delicatezza». «Glielo dicevo, io, a questo qua, che bisogna far piano, con delicatezza» geme una voce che arriva direttamente dall’incasinamento. Mano alle torce, non si vede un cavolo, ma si vede abbastanza per capire come dev’essere andata: dentro l’abitacolo di quella che pare l’auto investitrice c’è un tipo, truccatissimo e ignudo, e anche molto vicino, vicinissimo, praticamente addosso, a un altro tipo che ha la cerniera abbassata. «Non credo che sia stato l’impatto a ridurli così...» fa uno che s’intende di incidenti stradali, un po’ meno forse di acrobazie amorose in macchina. Si risente la voce dall’interno: «Avevo bevuto qualche bicchierino di troppo, sono uscito dal locale e ho caricato ’sto viado brasileiro. Mica potevo sapere che aveva la fregola. Lui s’è dato da fare, eccome, mentre guidavo, e ha pure schiacciato a fondo l’acceleratore! Io, la macchina che veniva di fronte non l’ho neanche vista». Intanto il giovane marocchino, al volante del veicolo investito in pieno mentre procedeva nella propria corsia, fortunatamente si riprende, e si stacca dal sedile.

Sull’altra macchina, invece, di staccarsi il viado non ne vuol sapere: non molla la presa, incurante degli spettatori. E continua a trafficare col pedale dell’acceleratore. O almeno con quello che, al buio dell’incasinamento, gli sembra mollo come un pedale.

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