Pietro Acquafredda
«Come un estraneo sono comparso/come un estraneo me ne vado». Inizia così il primo (titolo: Buona notte) dei 24 Lieder schubertiani su versi di Wilhelm Muller, che compongono losannato ciclo «Il Viaggio dinverno» (Die Winterreise). Clima espressivo analogo percorre tutto il ciclo e perfino il Lied finale, Luomo dallorganetto, che gira per paesi e campagne elemosinando un tozzo di pane, ma che «nessuno lascolta, nessuno lo vede/ e ringhiano i cani intorno al vecchio».
Il viaggio per il quale il «viandante» si mette in cammino in un paesaggio invernale battuto dal vento e dalla neve è in realtà un viaggio interiore, un viaggio dello spirito nellinverno della solitudine e del dolore, della separazione, anche se non mancano qua e là ricordi di momenti e situazioni che rimandano a un passato felice. Basterebbe da solo questo ciclo liederistico a sfatare limmagine stereotipa e falsa di uno Schubert bonaccione, la cui visione del mondo e della vita non fu mai oscurata da un cenno di tristezza, solitudine e dolore. Esattamente il contrario. Schubert lavorò, in due riprese al grandioso ciclo liederistico, in un periodo della sua vita particolarmente nero; e lo fece ascoltare per la prima volta nel 1827 a un gruppo di amici, dichiarando che gli piaceva più di qualunque altro egli avesse già scritto; e nella sua vita la produzione liederistica, che la seguì passo passo, ammonta a oltre 600 numeri.
Limpresa dellesecuzione integrale in concerto de «Il viaggio dinverno» può vantare immancabilmente interpreti di grande statura vocale ed espressiva, per tutti il grande Dietrich Fisher-Dieskau (che lo propose anni fa anche alla Filarmonica).
Teatro Olimpico. Questa sera alle 21. Accademia Filarmonica. Schubert: «Il viaggio dinverno». Matthias Goerne baritono, Helmuth Deutsch pianoforte. Biglietti da 15 a 25 euro. Informazioni:06.3265991.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.