Milano - Da che mondo è mondo la politica è sempre rimasta fuori dagli insegnamenti, almeno fino ai tempi del liceo. Troppo noiosa, complicata e sporca per dei bimbi innocenti. Ma non tutti la pensano così, evidentemente. La denuncia di un nostro lettore, il papà Alessio Monti, pubblicata ieri sul Giornale ne è la prova: ci sono scuole come la «Pasquale Sottocorno» di Milano dove alunni di quarta elementare sono invitati a mettere per iscritto «cosa pensano della Gelmini».
È in questo istituto di periferia, contraddistinto da una forte componente di immigrati di etnie completamente diverse tra loro, che il decreto del ministro è diventato materia di discussione tra i 26 piccoli alunni di una classe quarta. Tanto che alla maestra di italiano è venuta un'idea: facciamo addirittura un compito sulla Gelmini. «I bambini erano così interessati e avevano così voglia di esprimere il loro punto di vista che ho proposto loro di scriverlo. È stata una battuta spontanea, in buona fede, cui non è seguito ovviamente alcun compito in classe e alcuna valutazione», si difende oggi l'insegnante, coadiuvata da una collega ben più combattiva di lei.
Alessio Monti, il papà che ha dato il via alla protesta, non fa sconti e rincara la dose: «La politica non deve entrare a scuola. E invece in quella di mio figlio si assiste all'esatto contrario. Striscioni con scritte anti-Gelmini sono rimasti appesi per due settimane alle finestre dell'edificio. E sa chi le ha realizzate quelle scritte? I ragazzini delle quinte, spinti dalle insegnanti. Poi sono arrivate le magliette con la frase “Gelmini vattene” e ora il tema sul ministro: mi sembra troppo per un’elementare».
Che alla «Sottocorno» ci sia una certa cultura dominante lo dimostrano le parole della vicepreside Clotilde Russo. «Qui le voci fuori dal coro sono poche. Noi come dirigenza facciamo di tutto per tutelare i bambini all'interno della scuola dall'invasione della politica. Proprio ieri abbiamo rimosso un cartello anti-Gelmini appeso vicino alle scale. Però non mi risulta si sia mai arrivati agli episodi descritti dal signor Monti. Spero si sbagli, anche se, bisogna ammetterlo, se ne vedono di tutti i colori qui. Come in tutta Italia, del resto». Persino le magliette anti-Gelmini? «Sì, le ho viste qui e in tv - continua la Russo -. Anche se solo nel giorno dello sciopero (il 30 ottobre scorso, ndr) e non in aula, per fortuna. Fuori dall'istituto ognuno è libero di manifestare come vuole, d’altronde: basta non coinvolgere i bambini durante le ore di lezione».
Tra le altre insegnanti, molte difendono la maestra incriminata, una donna vicina alla pensione, dai capelli bianchi, il viso dolce e mansueti occhi azzurri. «Sulla buona fede della nostra collega mettiamo la mano sul fuoco - dicono in coro -. Non voleva sicuramente plagiare gli alunni. E poi in fondo è normale che a scuola ci si occupi di attualità». E le tabelline? Roba per pivelli. A 9 anni meglio esercitarsi sul decreto di legge numero 137 del 2008. Alla stessa età, Niccolò Machiavelli si cimentava per la prima volta nello studio della grammatica con Battista da Poppi. E pensare che Wolfgang Amadeus Mozart a 3 anni batteva i tasti del clavicembalo. Un genio con il pannolino. Non risulta però che Alexis de Tocqueville si occupasse già di politica in tenera età. Praticamente dei menomati in confronto ai «bimbi prodigio» dell'istituto «Sottocorno».
Eppure sembrano così normali mentre escono al suono della campanella, urlando come matti, per abbracciare mamme, papà e nonni che li attendono all'uscita con l'ombrello. Oggi gli striscioni alle finestre dell'istituto di via Monte Piana non ci sono più. Della protesta combinata di genitori e insegnanti contro il ministro sopravvivono due volantini appiccicati al muro esterno: il primo esorta pure i nonni a partecipare alla manifestazione del 29 novembre, l'altro invita a prendere parte a un incontro sulla riforma Gelmini programmato per lunedì prossimo con la senatrice del Pd Marilena Adamo e un pedagogista. Sulla porta a vetri dell'ingresso campeggia però un cartellone: «Io amo e difendo la scuola pubblica».
Ma da chi? Intanto Camilleri ha svelato l'arcano: dagli alieni in tailleur, con gli occhiali e la cadenza bresciana.E pensare che a Brescia credevano di aver visto passare un solo extraterrestre dalle loro parti, Roberto Baggio. Ma quello giocava a pallone. Poveri bambini.
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