Milano - Un viaggio nell’Italia del boom economico, dello Stivale in cui la vacanza si chiamava ancora villeggiatura e in cui i rampolli delle schiatte danarose folleggiavano in Versilia al ritmo dei primi balli americani. A recapitarci le cartoline dalla Versilia che fu è Giancarlo Fusco. Giornalista e scrittore spezzino, firma dell’Europeo e del Giorno, cazzottatore, incantatore di serpenti e comparsa nei film di Franco e Ciccio. Tutto questo si mescola nell’autobiografia dell’istrionico Fusco, un’autobiografia orale che, da perfetto gonzo journalist di sé stesso, sconfina sempre nella letteratura.
Il Viaggio in Versilia Esce per i tipi della Mursia “Viaggio in Versilia”, antologia di articoli usciti per il giorno in cui Fusco radiografa vizi, virtù e mode dei villeggianti italiani. Il giornalista scorazza per i luoghi della sua giovinezza dalle Cinque Terre a Viareggio, passando per Forte dei Marmi e Porto Venere.
La penna di Fusco si insinua proprio nel momento in cui l’italiano tira il fiato e scioglie gli addominali, lasciando sporgere una pancia di abitudini e tic.
Italiani in vacanza Nel viaggio dello spezzino rivivono (o forse vivono per la prima volta) sedicenti nobili che collezionano teutoniche fanciulle, giovani ricchi che passano i pomeriggi sotto la canicola a rubricare le proprietà dei padri e un’umanità varia di connazionali in ammollo. Un Paese che si srotola in un movimento costante verso la modernità e il benessere e che Fusco, da buon cronista, registra e ci consegna.
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