«Riccardo De Corato è il numero uno, il vicesindaco migliore d’Italia». Ignazio La Russa, ministro della Difesa e coordinatore nazionale del Pdl, fa lo spot al colonnello di An che è stato per dieci anni il braccio destro di Gabriele Albertini e dal 2006 (e nel Pdl) al fianco di Letizia Moratti.
Eppure il leghista Matteo Salvini si sta allenando per il 2011. Vuol dire non riuscirà a fargli le scarpe?
«Premetto che gli organigrammi non si fanno né a fine agosto né sulle pagine dei giornali ma nelle sedi opportune che sono i tavoli politici. É lì che si discutono i pesi dei partiti, e ci sarà modo e tempo di discutere degli equilibri».
I leghisti avranno inteso. Detto questo?
«Finchè De Corato è disponibile a fare il vice anche nella prossima legislatura, e credo che lo sarà, il suo posto non si tocca. É sicuramente il migliore che Milano abbia mai avuto e sfido chiunque a sostenere che può fare meglio».
Ma ha parlato anche lei di equilibri, e la Moratti nel frattempo ha preso la tessera del partito. Il Carroccio è chiaro: se il sindaco è del Pdl, il vice è della Lega e viceversa.
«Io dico che la Lega, giustamente, sulla base dei risultati elettorali pretenderà dei nuovi equilibri. In consiglio comunale oggi ha uno scarso peso, solo un consigliere, idem in giunta. Ma sul sindaco e vicesindaco non ci sono dogmi e regole, sono fuori dalla logica dei partiti, sono ruoli che si assegnano in base all’esperienza e a quello che si è fatto. E aggiungerei che è come un ciclo che deve continuare».
Prego?
«De Corato fa parte di un ciclo con la Moratti, hanno iniziato insieme e devono continuare insieme l’esperienza. Capirei se Riccardo avesse rinunciato 4 anni fa, avrebbe potuto ed era orientato a fare il presidente del consiglio comunale, ma gli è stato chiesto insistentemente di fare il vice e ha accettato. Ora, finchè è sindaco Letizia il ciclo continua».
Dopo i disordini al Corvetto, De Corato e Moratti sono stati bersagliati da Pd e Lega su ordinanze e piano sicurezza. Ci sono stati errori?
«Milano è tra le metropoli che hanno meno problemi, grazie alle ordinanze, all’apporto di forze dell’ordine e militari, la sicurezza avvertita dai cittadini è in salita. Abbiamo ottenuto un risultato eccezionale ma resta una metropoli. Lo dice anche la canzone di Bennato “se non ci son ladri se non c’è mai la guerra forse è proprio l’isola che non c’è“. Si può fare il massimo, ma Milano non è un posto di fantasia e non si è mai finito di curare il problema della criminalità. Persino Rudolf Giuliani, che tutti hanno definito il sindaco della tolleranza zero a New York, non è riuscito a cancellare i reati».
Capitolo finiani: che ripercussioni avrà la frattura nazionale su Milano?
«Ma i finiani a Palazzo Marino dove sono? In consiglio non ne vedo, neanche tra il primo, il secondo o il terzo dei non eletti».
L’assessore Landi di Chiavenna rappresenta la corrente. Non farà proseliti?
«Landi è stato nominato su mia indicazione in giunta e non credo ci sia un problema politico. In consiglio non ne vedo.
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