Rivolta degli abitanti di via Mosso contro il Sert. Paura e disagio serpeggiano sul nastro d'asfalto di San Martino, a Genova. Da quasi due anni, nell'edificio che ospitava la sede della polizia municipale, è stato inserito il Sert di zona. Il Servizio educativo di recupero di tossicodipendenti è tutti i giorni frequentato da persone che vengono a chiedere il metadone e giornalmente sono seguiti dagli psicologi del centro. Aspettano per ore il loro turno.
«Per iniziare - dice un abitante della strada - non è sicuramente un bel vedere. Passare lì davanti e vedere tutte queste persone con lo sguardo perso, sporche, che cercano sempre di avvicinarti per chiederti dei soldi è davvero sgradevole. E a molti di noi fa davvero paura». I tossicodipendenti, infatti, stazionano giorno e notte davanti alle porte del Sert. Per loro è diventato una sorta di luogo di ritrovo. «Sono senza regola e senza educazione - continuano i residenti - bevono tutto il tempo e lasciano i vuoti di bottiglia in mezzo alla strada, che peraltro è diventata un portacenere per tutti i mozziconi di sigaretta che lasciano». Per non parlare di quelli che arrivano con i cani, sporchi, che lasciano tranquillamente scorrazzare per la strada. «Dalle finestre - dicono i cittadini - li vediamo veramente fare di tutto. Espletare i loro bisogni negli angoli della strada o dietro alle macchine. Spesso e volentieri - continuano - litigano, assistiamo a delle risse furibonde con parolacce e bestemmie da tapparsi le orecchie. Fino alla sera - concludono - quando ci è capitato di vedere coppie che fanno l'amore sotto gli occhi di tutti, senza ritegno».
Nessuno degli abitanti è mai intervenuto per paura di rappresaglie. Qualcuno dalla finestra si è limitato a buttare dell'acqua per spegnere qualche ardore, ma niente di più. «La paura dei cittadini - racconta Fabio Orengo, capogruppo di Alleanza Nazionale nel Municipio del Medio Levante - è anche quella di vedere questa grossa comunità di tossicodipendenti prendere sempre più piede e andare di nuovo ad occupare una zona che per anni è stata il loro quartier generale: i giardini di piazza Remondini». Ripulito e portato a nuova vita, il parco giochi è frequentato da bimbi del quartiere che vengono accompagnati da genitori o nonni o baby sitter. «Un tempo - racconta Orengo - per la presenza di drogati, spacciatori, o solo per la quantità di siringhe che si trovavano era impensabile trascorrere all'interno anche solo qualche minuto. Ora invece con il nuovo restyling - continua - è stato restituito alla comunità. Ma la vicinanza al Sert di via Mosso lo potrebbe riportare ad essere terra di nessuno».
Così la richiesta è innanzitutto quella di spostare altrove il Sert, magari in una zona più isolata e non collocarlo, così, in mezzo ad un quartiere densamente abitato. E, in ogni caso, avere più vigilanza per la strada.
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