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Vieri-Gilardino la coppia gol di Lippi

nostro inviato a Dublino
Sessantuno convocati diversi in 12 partite. E 26 giocatori approdati per la prima volta nel gruppo azzurro. Un record, quello di Lippi, che però si fermerà qui. «D’ora in poi si fa sul serio, niente più rose allargate, devo iniziare a lavorare sul gruppo per il Mondiale», sottolinea il ct. Così si riparte alla caccia della qualificazione (tra il 3 settembre e il 12 ottobre le ultime quattro partite del girone, fondamentale il doppio impegno in Scozia e Bielorussia fra poco meno di tre settimane, ndr), preparandosi con un test di rilievo contro l’Irlanda, prima nel suo girone – dove c’è la Francia -, ma senza alcuni elementi chiave. Marcello Lippi, che ha voluto una nazionale vera (da questa partita in poi sempre 23 convocazioni mirate, segnale esplicito ai 30-35 elementi papabili per la Germania) e non certamente ferragostana nonostante l’imminente inizio della stagione, ha dovuto fare i conti con qualche contrattempo: l’infortunio di Buffon, fuori almeno tre mesi per la lussazione alla clavicola destra («se proprio doveva succedere, meglio ora che nel finale di stagione», evidenzia il ct), quella muscolare di Bonera, la febbre di Totti - una ricaduta di tipo virale nel giro di pochi giorni -, il forfait in extremis di Camoranesi (guai al ginocchio). E mentre il portiere juventino è stato rimpiazzato da Guardalben - ma il titolare a Dublino sarà Roma, mentre in Scozia la candidatura forte è quella di Peruzzi -, il capitano romanista no. «Chi venisse al suo posto si sentirebbe un vice, e qui nessuno lo è». Messaggio chiaro, tutti sono sotto esame e «devono restare sulla corda, io devo fare la squadra».
A Dublino, dove l’Italia ha vinto già due volte (2-1 nel ’71 con gol di Boninsegna e Prati e nell’85, a segno Rossi e Altobelli), il 4-4-2 di partenza prevederà dunque la coppia rossonera Vieri-Gilardino. «Voglio vederli insieme, credo che anche nel Milan giocheranno spesso uno accanto all’altro. L’assenza di Totti ha cambiato i miei piani, con lui avrei schierato due punte e un trequartista», dice il ct. Con Pirlo a fare il regista, mediani Gattuso e De Rossi, Zaccardo in difesa al posto di Bonera, Lippi ha un solo dubbio: l’esterno destro di centrocampo. Diana e Del Piero i candidati, ma lo juventino sembra favorito. Non a caso è rientrato nel gruppo azzurro dopo quasi un anno, pur non essendo mai stato accantonato da Lippi. «La mia assenza prolungata dalla Nazionale? Motivi diversi, prima gli infortuni, poi le scelte del ct che lui stesso mi ha spiegato. E ora voglio andare al Mondiale».
Dopo Totti in Norvegia, stavolta l’escluso eccellente è Cassano. Bocciato per il Milan da Gilardino («in attacco siamo già tanti, e poi mi piace giocare con Vieri, con lui c’è un feeling particolare»), rimandato per l’azzurro da Lippi («non è al top e in questo periodo non è sereno, ma il suo futuro è qui», dice il ct). E sul dualismo con Cassano, Del Piero risponde a Lapo Elkann che lo vorrebbe presto alla Juve: «In casa Fiat non c’è rottura rispetto al passato: Lapo è più estroverso, Jaki e Andrea hanno un altro atteggiamento, sono ragazzi stupendi. La differenza rispetto all’epoca dell’avvocato Agnelli la fanno l’esperienza e l’età. In questo momento non vedo nessun dualismo. Non mi sento l’anti-Cassano e nemmeno la riserva di Trezeguet e Ibrahimovic. Il mio ruolo? Dopo 13 anni di serie A non devo parlarne ancora, Capello e Lippi sanno dove preferisco giocare. Mi capita in diverse partite di non essere una punta vera, ma di fare da supporto.

Fare il centrocampista non fa per me».

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