Punita perché lavora troppo. È accaduto ad una vigilessa del VII gruppo rimproverata dal comando per aver lavorato 17 ore nellarco di 19. Lagente in questione, per lesattezza, è stata raggiunta da un «rimprovero verbale» in cui il vicecomandante la bacchetta per aver sopportato un turno a dir poco massacrante: il 23 agosto la poveretta ha lavorato per il suo gruppo dalle 7 del mattino alle 17 al mercato di Porta Portese 2 e poi ancora dalle 19 fino alle due di notte per rafforzare i controlli sul territorio durante la movida notturna, di supporto ai colleghi del I gruppo. Davvero troppo, visto che il contratto prevede il diritto ad 11 ore di riposo consecutivo ogni 24 ore. Eppure i turni le erano stati assegnati e la vigilessa non poteva sottrarsi al suo dovere.
«Questi sono servizi - denuncia Alessandro Marchetti, segretario generale aggiunto del sindacato Sulpm - che vengono disposti per iscritto dai dirigenti dei gruppi interessati, i quali addirittura assegnano ad ogni singolo agente anche la strada nella quale devono recarsi e non sono attività che può svolgere autonomamente il dipendente. Semmai la collega doveva essere punita se non ci fosse andata, ovvero se non avesse rispettato la disposizione di servizio. Siamo nel ridicolo: prima le ordinano di lavorare e poi la puniscono perché esegue lordine». La sanzione disciplinare del «rimprovero verbale», si legge nel documento, viene irrogata perché la vigilessa non ha osservato lorario di lavoro previsto. Dopo tre rimproveri cè la «censura» che blocca lavanzamento di carriera. «Ormai nella polizia municipale della capitale siamo al paradosso - continua Marchetti - è un corpo a cui mancano almeno duemila unità (siano 6.500 e dovremmo, come da accordo sindacale, essere almeno 8.350) e i lavoratori devono sopperire in forma straordinaria a tutte le necessità, ma se lavorano troppo ecco che gli arriva il rimprovero. Il sindaco Alemanno stavolta ha il dovere di intervenire». Una punizione paradossale, addirittura ridicola, secondo il sindacalista, «che dimostra la disorganizzazione del Corpo, dove la mano destra non sa quello che fa la sinistra». I superiori della vigilessa, infatti, ben sapevano quale turno avrebbe sopportato quel giorno. È stato infatti proprio il VII gruppo, che aveva già impiegato lagente dalle 7 alle 27, ad assegnarle lauto di servizio, una Punto, per coprire la fascia oraria successiva nel centro storico. «Dunque sapevano», attacca Marchetti. Che racconta anche la sua esperienza: «Nel Capodanno di due anni fa, quando il sindaco era invece Veltroni, fui sanzionato per il motivo opposto, perché non accettai di prestare servizio di mattina e sera, proprio per rispettare la norma che viene richiamata dal comando e secondo la quale oggi puniscono la collega. Quanche mese fa, invece, ho lavorato al gruppo sicurezza urbana per 24 ore consecutive. Mi chiedo seguendo lo stesso ragionamento se a quel punto, trascorsa la tredicesima ora lavorativa, non dovevo lasciare in mezzo alla strada luomo che arrestammo per riciclaggio».
Certi turni, insomma, non sono una novità. Ma allora perché quel rimprovero, visto che anche nellordine del giorno di oggi a quattro vigili è stato assegnato un turno che non prevede, nellarco delle 24 ore, un riposo di 11 ore?
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