Se a parole Regione e Comune continuano a ribadire il loro impegno sul fronte (mai così caldo) dellemergenza sicurezza, i fatti dimostrano una realtà ben diversa. Si pensi ad esempio ai tanti rinvii del consiglio comunale straordinario sul tema (adesso convocato per il 3 dicembre). Oppure al parere contrario dato dal comandante dei vigili urbani, Giovanni Catanzaro, sulla proposta di delibera per la sicurezza urbana presentata da An in ottobre che prevedeva - ricordiamo - la dotazione di armi per la polizia municipale. Catanzaro però nelle ultime ore è stato travolto dallo scandalo del parcheggio in zona rimozione e con un permesso disabili non suo, e ha perso il posto. E quindi il suo parere contrario perde di importanza. Ma non di valenza politica.
«Dietro il parere contrario di Catanzaro - commenta infatti il consigliere comunale di An (e responsabile del dipartimento sicurezza), Fabrizio Ghera - si cela unevidente valutazione politica che tiene conto dei delicati equilibri in seno alle forze della sinistra radicale e non delle reali esigenze degli operatori della sicurezza del Comune». E la dimostrazione di ciò, secondo Ghera, starebbe proprio nella risposta dellormai ex comandante dei vigili urbani, che nell'argomentare la sua bocciatura concorda tuttavia con molte delle soluzioni suggerite da An. «Catanzaro - continua il consigliere comunale - sottolineava infatti la necessità di armare tutti gli appartenenti del corpo e approvava la nostra proposta di incremento dellorganico e della stabilizzazione dei 500 precari, ma non esprimeva giudizi di carattere generale poiché riteneva che la materia è competenza del consiglio comunale. Una via duscita alla Ponzio Pilato insomma, che si unisce allinterminabile tavolo tecnico aperto dallassessore alla Sicurezza, Jean-Leonard Touadi.
Dal Campidoglio alla Pisana, la musica non cambia. Qui le lamentele al governatore Piero Marrazzo sul tema sicurezza arrivano addirittura da un sindacato di categoria non ostile come la Uil Fpl. Nei giorni scorsi il segretario regionale Sandro Biserna e il coordinatore della polizia locale, Bruno Galante, hanno scritto una lettera a Marrazzo, allassessore alla Sicurezza, Daniele Fichera e allassessore al Bilancio, Luigi Nieri, in cui si legge: «Ancora oggi la nostra Regione è sostanzialmente indifferente ad affrontare le emergenze quotidiane del territorio regionale. (
) Il duraturo silenzio della Regione Lazio nei confronti della polizia locale a fronte di una legge regionale approvata nel 2005 la numero 1 del 16 gennaio 2005 appare sinceramente sconcertante». Il riferimento è alla cosiddetta «legge Robilotta» (dal nome dellallora assessore alla Sicurezza), approvata durante la giunta Storace e che attribuisce compiti importanti ai vigili urbani in termini di prevenzione.
«In due anni - denuncia la Uil Fpl preannunciando risposte adeguate sul piano sindacale - il Lazio per la sua legge regionale non ha stanziato un centesimo di euro da destinarsi alla formazione, alladeguamento strumentale e tecnologico, allo svolgimento di convegni o giornate di studio o all'attivazione della centrale unica. Di contro assistiamo al perdurare di servizi frammentati, (
) e alla mancata adozione di regolamenti organizzativi e/o di equipaggiamenti difensivi (Roma): ovvero in sostanza, al completo fallimento della Legge Regionale 1/2005».
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