Alla metà di aprile la dozzina di progetti sul tavolo di Lucia de Cesaris e Chiara Bisconti, assessori all'Urbanistica e allo Sport, verranno messi a confronto: e il futuro del Vigorelli, il vecchio velodromo passato negli anni attraverso gloria e degrado, prenderà forma. Ed è in vista di quella scadenza che assume un peso tutto particolare l'avance di uno degli spettatori più direttamente interessati al futuro dell'impianto di via Arona: Alfredo Gavazzi, numero uno del rugby italiano. Con una battuta alla Gazzetta, il presidente della Fir ha lanciato l'altro ieri un sasso che ha messo a rumore il mondo ovale milanese. L'idea di Gavazzi è di portare a Milano le Zebre, attualmente di stanza a Parma, uno dei due club italiani (l'altro è il Benetton Treviso) che partecipano al Rabodirect Pro12 e all'Heineken Cup, le competizioni europee per club. E Gavazzi ha indicato anche quale sarebbe la casa ideale per le Zebre a Milano: il Vigorelli.
Non è stata una coincidenza, quella tra la sortita di Gavazzi e l'imminente decisione del Comune. Un mese fa tra i vertici della Fir e l'assessorato allo Sport c'erano stati dei contatti informali. Gavazzi ha capito che tra i destini possibili del velodromo c'è il rugby. Nei progetti si parla di un destino polifunzionale, di una pista per le gare di ciclismo su pista che perpetui la vocazione del Vigorelli ma che venga smontate a rimontata in occasione delle gare, lasciando per il resto del tempo l'arena centrale a disposizione degli sport di squadra. E tra questi sport il rugby è il candidato ideale. Il Vigorelli non sarebbe un impianto per il rugby di base (di cui pure c'è fame) ma una vetrina per il grande rugby, quello dei big match internazionali che da Milano hanno dovuto emigrare dopo il veto sull'utilizzo di San Siro posto da Inter e Milan, ma anche per quella grande squadra che da anni Milano non ha più.
Che Milano possa tornare ad avere una sua squadra nell'Olimpo della pallaovale non pare imminente: le formazioni milanesi di maggiore ambizione, la Grande Milano e l'Asr, navigano in serie B senza grandi speranze di promozione. Così nasce l'idea di Gavazzi, che parte da considerazioni prosaiche: i quattrini. Milano è il cuore del business, e una squadra di livello europeo oggi è soprattutto business. Quindi portiamo a Milano le Zebre, che sono - peraltro - controllate direttamente dalla Federazione Rugby. E facciamo del Vigorelli il palcoscenico su cui fare esibire i fuoriclasse della pallaovale continentale.
Le Zebre sarebbero contente di trasferirsi in Lombardia? Daniele Reverberi, presidente del club bianconero, non si sbilancia: «In prospettiva potrebbe essere un obiettivo», «se lo dice il presidente federale mi guardo bene dallo smentire». É vero che l'accoglienza del pubblico milanese verso formazioni imposte dall'alto è storicamente fredda, come sperimentò a suo tempo la Mediolanum berlusconiana: ma i tempi sono cambiati, il rugby è diventato evento mediatico e fenomeno quasi di massa. Insomma, potrebbe valere la pena provarci, sperando che un superclub con base sotto la Madonnina possa aiutare a attutire le ataviche rivalità che attraversano le anime della Milano ovale.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.