A Villa Adriana Ricordi lontani dai mitici Settanta

La storia di una famiglia dagli anni ’70 a oggi raccontata a furia di acrobazie, manipolazioni d’oggetti, pertiche cinesi, danza, recitazione, musica. Una storia che sembra uscire da un sonno profondo, da un fumoso ricettacolo di ricordi, da una perdita di coscienza in cui tutto è ammesso e, insieme, posto come problematico. Si intitola «Coma idyllique (puzzle autour du cirque)» l’intrigante spettacolo che la compagnia francese Hors Pistes ha presentato ieri al Festival di Villa Adriana (replica questa sera). Non si tratta semplicemente di circo né propriamente di teatro; semmai, di una creazione che tiene fede ai dinamici dettami del noveu cirque, un genere in ascesa dove le arti circensi si fondono con le parole, con il racconto di una storia, con le traiettorie mentali di un tema-guida. E qui il tema-guida in gioco non è che la vita vera, la dinamica relazionale di una famiglia animata da invidie, dissapori, scontri, raggiri, ansie di fuga. Solo che a parlarcene sono sei artisti sui generis i quali, guidati dal regista/interprete Vincent Gomez, si sono formati alla prestigiosa Scuola Nazionale di Circo di Châlons-en-Champagne e hanno creato questa giovane ensemble in cui le abilità vengono messe a servizio di lavori che scandagliano l’oggi e il futuro della società. Magari partendo dal passato, dai ricordi infantili di personaggi/acrobati immaginati come «angeli o demoni che si muovono - spiega il regista - in tutte le dimensioni di un mondo in cui la normalità e i limiti sono ridefiniti, un universo sufficientemente vicino al nostro per permetterci di seguire le loro acrobazie ma sufficientemente sfalsato per scuotere le nostre certezze».

Si tratta, insomma, di «un viaggio da cui non si esce indenni» che, dopo il linguaggio moderno dell’«Idiotas» di Nekrošius e dopo la leggerezza con cui il coreografo belga Sibi Larbi Cherkaoui ha trattato il tema dell’integrazione in «Apocrifu», conferma le radici contemporanee della rassegna siglata «Auditorium».

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