Roma

Ville e giardini: i gioielli dell’architettura verde

Una «vacanza» verde, tra storia e architettura: basta allontanarsi poco da Roma per concedersi un vero e proprio tour nella storia del giardino, tra parchi e ville. L’architettura verde è una passione che si confonde con le origini stesse dell’uomo, da sempre attratto dalla possibilità di dominare la natura e assoggettarla alle sue fantasie, ma i giardini romani sono i più antichi dei quali sia rimasta traccia. Si comincia da Villa Adriana a Tivoli, che, eretta tra 118 e 138, è uno splendido esempio del gusto imperiale, inteso sia come epoca che come specifico gusto dell’imperatore. Fu lo stesso Adriano, appassionato d’arte e architettura, desideroso di crearsi una piccola «isola» lontana dalla città, infatti, a progettare la maggior parte degli edifici della Villa, seguendo personalmente i lavori. Caratteristica della struttura è la sua complessità, testimonianza della ricchezza di un’estetica, intesa nel senso filosofico del termine, che anima i giardini con statue, ornamenti e architetture, dai portici realizzati secondo la moda ateniese alle terme, dalla biblioteca latina e greca al tempio di Venere, fino al Canopo.
Acqua, statue, colonne e ornamenti imperiali sono pure nella più antica Villa di Tiberio a Sperlonga. Costruita con un sistema di terrazze degradanti verso il mare, nel corso degli anni al corpus iniziale con cortile porticato e ambienti di servizio, ha aggiunto altre costruzioni, arrivando a inglobare una grotta naturale, che appositamente adattata con interventi architettonici, fu trasformata in Ninfeo e fronteggiata da un’isoletta artificiale, utilizzata durante l’estate come sala-banchetti. L’area era decorata con storie della vita di Ulisse. Nell’antichità, miti e leggende erano tra i soggetti più apprezzati per decorazioni che stimolassero la riflessione.
Nel medioevo, invece, a dominare l’attenzione è l’amore, sensuale e religioso, incarnato in entrambi i casi dalla rosa. A far fiorire giardini e chiostri sono però numerose piante, anche officinali, secondo precisi dettami estetici e etici, ornamentali e pratici. A Castello Orsini, a Vasanello, si può ammirare una ricostruzione con piante medievali, dal giardino cortese all’Herbularius, per erbe mediche, senza dimenticare alberi da frutta. Il parco rinascimentale è il luogo dell’otium. Tra le creazioni «tarde», il cinquecentesco Castello Ruspoli di Vignanello, con parco secentesco a più terrazze: il «Giardino di verzura», suddiviso in dodici parterre, e, a livello più basso, il «Giardinetto segreto», oltre a Barchetto e Barco, destinati alle battute di caccia, tra siepi di alloro e bosso, a comporre disegni, e limoni.
Tra i virtuosismi verdi più famosi del XVI secolo, Villa Lante a Bagnaia, in un trionfo di giochi d’acqua che corre su cinque terrazzamenti, con casini, parterre, sculture, colonne, e ha il cuore nella Fontana dei Mori firmata dal Giambologna. Acqua e pietra, simboli del bello naturale e di quello artistico, a unire il potere della Natura con il talento dell’uomo, si fondono e confondono pure nei parchi quadrati, tagliati da aiuole geometriche e da una scala-cascata, a Palazzo Farnese a Caprarola. A dare corpo alla moda del tempo, sintetizzandone apparenza e essenza, nonché gusto per lo spettacolo, è però, più di tutte, Villa d’Este a Tivoli, con un susseguirsi di terrazze che sembrano far scivolare l’orizzonte sull’acqua fino a perdersi - concettualmente e visivamente - nell’Infinito, ideale meta del percorso nel parco, concepito come un viaggio alla scoperta della natura e di se stessi. Secentesca per costruzione ma cinquecentesca per impianto, Villa Aldobrandini a Frascati mostra una concezione manierista del verde, dove a prevalere è l’arte e, quindi, l’artificio, in una complessità di forme che mira a esaltare le capacità creative dell’uomo con «gorgheggi» in muratura. Un’attenzione particolare merita il Bosco di Bomarzo, retto dall’emozione più che dai rigorosi canoni dell’epoca. Qui la fusione non è più con il naturale ma con il soprannaturale, testimoniato dall’ispirazione onirica delle figure che popolano l’area nel tentativo di costruire «meraviglia», intesa come categoria di pensiero. Tra resti archeologici e filari di mortella, l’Ottocento romantico rivive nel parco di Villa Gregoriana a Tivoli, voluto da Papa Gregorio XVI. Le sue principali attrazioni sono la Cascata Grande, alta 120 metri circa, ottenuta deviando il corso dell’Aniene, e la Grotta delle Sirene - così chiamata dal pittore Ducros - che, nel suo aspetto «orrido», documenta l’ingresso del Sublime nel mondo dell’arte. Il Giardino di Ninfa è opera novecentesca di Gelasio Caetani. Definita nell’Ottocento la «Pompei del Medioevo», per la distruzione della città avvenuta nel 1382, Ninfa fu restaurata a partire dal 1921 sia dal punto di vista architettonico che botanico, con la creazione di un giardino all’inglese e un’attenta selezione di piante. Da non dimenticare la moderna formalità della Landriana ad Ardea, la cui rigorosa geometria si ammorbidisce grazie a fiori e colori, e le suggestioni artistiche dell’Hortus Unicorni nella Valle dei Calanchi a Vetriolo, impreziosito da sculture realizzate dal proprietario, Luca De Troia. .

A chiudere il tour «verde» non può che essere il ritorno a Roma, con le sue tante ville.

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