nostro inviato a Imperia
Quante volte sentiamo dire «olio nuovo e vino vecchio»? Tante, fino a perderne il conto. Però cè modo e modo di essere nuovo perché, mentre tutti sanno che il vino novello prima di una certa data non può essere commercializzato (questanno tra il 5 e il 6 novembre), per lolio nuovo non cè nessuna anteprima ed è grave perché il novello è un vino giusto simpatico e allegro, che beneficia di un forte impegno commerciale dei produttori, mentre lolio nuovo è momento di alta qualità per un prodotto che gli italiani consumano molto ma conoscono ben poco. In materia di olio nuovo poi, regna lapprossimazione e in diversi ne approfittano, soprattutto in sagre e degustazioni popolari quando troppi vanno alla ricerca del colpaccio e vengono fatti fessi dal furbo di turno. Prima di novembre è praticamente impossibile trovare olio nuovo. Basti pensare che in Puglia, dove sole e caldo certo non mancano, è pronto da pochi giorni. Eppure cè chi a settembre, pur di tornare a casa con un qualcosa di cui potersi vantare con gli amici, lo compera e non sa che ha acquistato lolio dellanno prima, ormai scarico e di ben scarso valore. Sempre bene informarsi attraverso guide (ad esempio quella di Marco Oreggia, marco-oreggia.com, per Cucina&Vini), siti (su tutti il Teatro Naturale di Luigi Caricato, teatronaturale.it), eventi e associazioni, sgombrando il campo dal mito dellItalia campione del mondo di quantità e qualità: il massimo produttore al mondo è la Spagna e non da ieri laltro -, Paese che fa la spesa da ditte italiani e pian piano impara a produrre bene. Fanno eccezione, a livello di famiglie ancora titolari del loro marchio, la Fratelli Carli a Imperia e la Monini in Umbria, ma la forbice tra noi e gli spagnoli si amplia sempre più tanto da risultare superato il dato produttivo del 2006 quando la Spagna dichiarò una produzione di 1.033,4 tonnellate e noi di 699,5. Si va verso un rapporto di uno a tre, con i cugini che esportano e noi che importiamo perché non siamo in grado di soddisfare la domanda interna che due anni fa fu di 837 mila tonnellate contro le 560 degli spagnoli. Illusorio - e pure un po patetico - credere che tutti noi italiani possiamo consumare olio italiano, si tratta di saperlo e di pagare il giusto, senza furbizie. La lettura delle etichette è fondamentale e quando al supermercato si scopre un olio extra vergine di oliva che costa meno dellolio per il motore dellauto, meglio evitare quellolio che di vergine ha ben poco e di extra ancora meno. Molte informazioni nel sito della Unaprol, il consorzio olivicolo italiano, www.unaprol.it, e tante altre ancora in quello dellassociazione Città dellolio, fondata nel dicembre 94, presidente Enrico Lupi, uno sempre pronto a dare battaglia per la qualità del prodotto italiano. Ligure di Imperia, si appresta ad animare la rassegna di OliOliva, oli oliva.tv: «Lappuntamento sarà dal 26 al 30 novembre e vedremo tante facce contente perché lannata 2008 si annuncia buona. Festeggeremo lolio in abbinamento ai prodotti e ai vini liguri, ma anche al Riso di Pavia», ha detto Lupi. E dal 28 al 30 di questo mese, le Città dellOlio e lUnaprol daranno vita in un centinaio di comuni italiani a «Pane & Olio in frantoio &…», una kermesse che vedrà tante piazze riempirsi secondo ispirazione locale, fatto salva la presenza delle eccellenze Dop e Igt accanto alle degustazioni dellolio nuovo e del top di zona in zona.
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