Politica

Violentata da un algerino nel bagno della discoteca

La vittima è una studentessa di 17 anni. L’uomo è stato preso un’ora e mezza dopo

Teodora Poeta

da Chieti

Era uscita con gli amici per andare a ballare in discoteca. Come ogni fine settimana, anche sabato sera scorso avevano scelto di passare la serata allo Stellario, il locale più alla moda di tutta Chieti.
La ragazza, una studentessa di 17 anni, ha ballato fino a tarda sera con gli amici finchè qualcuno, tra la folla l’ha notata. È un giovane algerino e tenta l’approccio come si fa normalmente in discoteca. I due si scambiano qualche parola, poi lei si allontana, forse per andare a fumare una sigaretta, ma viene spinta con forza nel bagno delle donne. La ragazza fa solo in tempo a girarsi per vederlo negli occhi, è il ragazzo di prima, che tentava di fare amicizia. Tenta di svincolarsi ma la stretta di lui è troppo forte. La violenza si consuma nell’arco di pochi minuti. Fuori il caos, la musica, le risate, i passi della gente: tutto copre le grida della ragazzina. Lo stupro dura pochi minuti.
Quando resta finalmente sola riesce a trovare la forza di uscire e chiedere l’intervento del 118. In ospedale, la violenza sessuale viene accertata. Non ci sono dubbi. E così, scatta immediatamente la segnalazione al posto fisso di polizia del presidio ospedaliero di Chieti. Gli inquirenti, grazie alla prima descrizione fornita dalla studentessa, si dirigono un’ora e mezza dopo nella zona di Brecciarola e, a casa di alcuni suoi connazionali, trovano l’uomo, un algerino di 22 anni immediatamente sottoposto a fermo di polizia giudiziaria con l’accusa di violenza sessuale. A inchiodarlo, oltre all’accusa della vittima, ci sono anche tracce organiche sui suoi abiti. Il suo aggressore vive in Italia dal 2001 con un permesso di soggiorno per motivi di studio. Si chiama Abderramane Lazerec e non aveva mai avuto alcun precedente con la legge. Al momento si trova nel carcere di Madonna del Freddo, in attesa della convalida del fermo, a disposizione del sostituto procuratore di Chieti, Lucia Campo. L’immigrato studia all’Istituto agrario di Alanno, un paese vicino, e non ha precedenti di alcun genere.
Dure le reazioni di Alessandra Mussolini che torna a proporre la castrazione farmacologica per chi si macchia di tale reato. «Non vedo altra soluzione - afferma il segretario di Azione sociale - che la castrazione chimica per i violentatori. Nella scorsa legislatura presentai una proposta di legge in Parlamento che non venne presa in considerazione anche da parte di chi oggi la evoca: cambiare idea è segno di maturità». E Calderoli sulla stessa linea della Mussolini commenta: «La pratica della castrazione chimica è utilizzata solo in Europa in 5 paesi e viene adottata anche in diversi Stati americani, dove per le recidive e per i casi più gravi è prevista pure la castrazione chirurgica».

L'esponente del Carroccio invita gli «ipocriti» di turno a non scandalizzarsi, solo perchè si usa il termine castrazione: basterebbe chiamarla «androsospensione e non ci sarebbe nessuna polemica».

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