Violentato a 15 anni nella sauna della palestra chic

MilanoAfferrato alla spalle, è stato poi trascinato nella sauna della palestra, dove il suo aggressore è riuscito ad abusare di lui. Pochi istanti di terrore e umiliazione fino a quando la vittima, un quindicenne, si è divincolata ed è scappata via. Arrivato nello spogliatoio s’è rivestito in fretta senza dire nulla alle altre persone, per poi fuggire a casa e finalmente raccontare tutto alla mamma. La donna ha subito dato l’allarme, telefonando immediatamente in palestra dove il maniaco è stato bloccato e poi consegnato ai carabinieri.
La palestra di viale Cassala, a Milano, rientra in una grande catena di centri benessere con tre altri sedi in città e 13 nel resto del nord Italia. Un ambiente elegante distribuito su oltre 2.600 metri quadrati disposti su due livelli. Aria climitazzata, sala attrezzi con le migliori macchine, sala di aerobica e piscina. In altri termini un ambiente esclusivo, in cui mandare i propri figli con una certa tranquillità. Così come ha fatto la mamma dell’adolescente.
Il ragazzino, descritto dal fisico ancora gracile e acerbo, l’altro ieri passa un’oretta a fare macchine poi si sposta in piscina per una nuotata. Prima però, come impone il regolamento di qualsiasi centro sportivo, deve passare per le docce. Proprio qui scatta l’agguato. Il quindicenne si sente improvvisamente afferrare alle spalle e trascinare verso il box della sauna. Più tardi dirà di essere stato paralizzato dalla paura, incapace non solo di ribellarsi ma anche di gridare. Nei locali isolati avviene la violenza. L’aggressore, un uomo di una certa età anche se in ottima forma fisica, tenta di costringerlo a un rapporto orale, la vittima subisce per pochi istanti poi riesce a divincolarsi ma viene nuovamente afferrato, immobilizzato. Il bruto riesce ad abbassare il costume e tentare un secondo brutale approccio, a cui ancora una volta il quindicenne riesce a sottrarsi a fatica, per poi potersi divincolare definitivamente dalla stretta e fuggire.
Rientrato negli spogliatoi a testa bassa, si cambia senza dire nulla e si rifugia a casa. Dove riesce a confessarsi con la madre. La donna chiama immediatamente la palestra, parla con un responsabile fornisce una rapida descrizione dell’aggressore. Gli dicono che è ancora lì. La mamma si precipita al centro sportivo e proprio all’uscita il ragazzo glielo indica. A questo punto il personale della palestra lo blocca e lo trattiene fino all’arrivo dei carabinieri.
Il ragazzino viene portato alla clinica Mangiagalli dove i medici confermano la presenza di abrasioni. I carabinieri nel frattempo identificano il violentatore per Egidio Del Ben, 63 anni, nato, a dispetto dell’italianissimo nome, a Umago, piccolo porticciolo croato a pochi chilometri dal confine con Trieste. L’uomo, incensurato, risulta un perfetto sconosciuto per i poliziotti, che non hanno neppure una denuncia a suo carico. Nella sua abitazione di via Donna Prassede, viene trovato un pc ancora acceso e in «stand by». Non occorre essere un genio dell’informatica per accedere ai siti su cui era solito navigare il maniaco. Ovviamente tutti a carattere pornografico e tipo omosessuale.

Del Ben viene portato a San Vittore, l’accusa è molto pesante e rischia di pagarla duramente. E prima ancora arrivi la sentenza: la legge del carcere, per chi si macchia di simili reati, è spesso più dura di quella dei tribunali.

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