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Violenza anti Silvio: aggredita la curatrice che osò chiedere una prefazione al Cav

BolognaAltro che Bononia. A Bologna il clima di odio viaggia in silenzio, per esplodere poi nelle forme più violente. Martedì sera Chiara Caliceti, curatrice del libro della discordia Uomini che amano le donne, è stata aggredita alle spalle mentre entrava in un portone, sotto i portici, in pieno centro storico. Nessun testimone. Dell’aggressione ora a Chiara rimane solo qualche vago ricordo di risate, voci di scherno alle sue spalle prima di cadere e perdere i sensi. Forse voci femminili.
La Caliceti ha deciso di non sporgere denuncia, ma è inevitabile collegare l’episodio al crescendo inarrestabile di polemiche che si sono scatenate in città in questi ultimi giorni, dopo che quella che era nata come un’iniziativa di beneficenza si è trasformata, a causa del fanatismo anti Berlusconi di alcuni, prima in una farsa grottesca, ora in un racconto drammatico.
I fatti. Cinquanta giornaliste intervistano cinquanta uomini che si sono distinti per meriti artistici, scientifici o politici a livello nazionale: questa l’idea di base del progetto editoriale promosso recentemente dall’associazione culturale bolognese «la Compagnia delle donne» ed edito da Minerva. Il tutto a sostegno della raccolta di fondi per la ristrutturazione della basilica cittadina di Santo Stefano. Il progetto è meritevole, e il presidente del Consiglio acconsente a mandare ai curatori del volume un saluto, un breve testo che l’editore decide possa fare da prefazione del volume. E qui, l’intellighenzia di sinistra bolognese esplode furiosa. Polemiche, proteste e, come ultimo atto, violenze.
E pensare che le ragazze della «Compagnia delle donne», d’intesa con l’editore, avevano già deciso di «ridurre» la prefazione di Berlusconi a semplice allegato del volume, da stampare su un foglio a parte. «Così - aveva commentato il presidente della casa editrice, Roberto Mugavero - lasciamo alla coscienza di ognuno se tenere o meno la prefazione del premier». Evidentemente, però, per qualcuno questo gesto pacificatore non è stato sufficiente; qualcuno ha continuato a sentirsi profondamente offeso. E ha deciso di prendere di mira chi quella prefazione aveva «osato» proporla inizialmente. Mentre c’era chi intraprendeva vie legali contro la presenza del testo del premier nel volume, qualcuno martedì sera prendeva la via della violenza contro «il nemico».
Chiara ora sorride, sceglie di andare avanti. Cerca di tenere lontani i brutti pensieri. Ma da quando è esploso questo assurdo «affaire-prefazione» la sua vita si è trasformata in un inferno. Discussioni, pressioni, minacce. Quindi la speranza, rivelatasi un’illusione, di aver placato definitivamente gli animi con il compromesso della prefazione stampata a parte. Evidentemente a qualcuno non è bastato.

E, accecato dall’odio, ha deciso di sfogarsi gettandola violentemente a terra.

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