Virus mutato anche in Italia «Ma c’è vaccino per tutti»

Ora la conferma arriva con una nota del ministero della Salute. Come già anticipato dal Giornale, il virus dell’influenza A, così come in altre parti del mondo, è mutato anche in Italia. Ma la cosa non preoccupa gli esperti: il vaccino resta efficace a tal punto che il vice ministro Ferruccio Fazio ha già annunciato un allargamento delle fasce di soggetti che potrebbero immunizzarsi. La decisione sarà presa giovedì prossimo, in occasione della riunione dell’unità di crisi. Le dosi potrebbero essere distribuite ad alcune fasce di popolazione, per i bambini senza fattori di rischio dai 6 mesi ai 17 anni e per gli adulti oltre i 65 anni con fattori di rischio. In questo modo, la campagna vaccinale potrebbe riprendere una rincorsa che attualmente manca. Gli italiani non sono più preoccupati dalla pandemia dell’H1N1 che attualmente sembra si sia addormentata. Gli esperti non sanno indicare previsioni sull’andamento del nuovo virus. E persino Fazio ha rilasciato ieri una dichiarazione sibillina al riguardo: «C’è stato già un picco e può darsi se ne verifichi un altro ora con l’arrivo del freddo, oppure a febbraio. Non c’è una previsione precisa».
Insomma nessuno ha la sfera di cristallo ma l’inverno deve ancora arrivare assieme alla più pericolosa influenza stagionale. Già perché, nonostante la mutazione del virus A, i casi italiani sono andati a buon fine. Per la bambina di Pavia refrattaria al Tamiflu, l’Istituto Superiore di Sanità ha spiegato che il suo è stato «il solo caso su oltre 160 pazienti ed è rimasto isolato, non avendo dato seguito ad episodi di trasmissione del ceppo resistente». Ma il ministero ha «stanato» anche un caso di mutazione genetica analoga a quella norvegese dopo aver scandagliato le sequenze di oltre cento ceppi virali. Si tratta di un paziente affetto da una grave forma di polmonite risolta a seguito di trattamento con la macchina salva-polmoni a Monza.
Cosa fare di fronte a questa nuova paura? Vaccinarsi, vaccinarsi, vaccinarsi. «Sapevamo che il virus A – spiega il capo del dipartimento delle malattie infettive dell’Iss, Giovanni Rezza - poteva mutare come tutti i virus influenzali. Per questo abbiamo sempre raccomandato la vaccinazione: sia per proteggere le persone a rischio, sia per diminuirne la diffusione». Rezza però non vuole lanciare allarmismi. «Questa mutazione - spiega - l'abbiamo diagnosticata solo su un paziente, e diverso tempo fa. Questo significa che non si è diffusa».
Rinforza l’invito alla prevenzione anche il vice ministro Fazio: «Le mutazioni possono avvenire e la vaccinazione ci protegge da un virus incattivito e da eventuali cambiamenti». Conferme sul piano scientifico arrivano anche dal virologo dell’Università di Milano: «I dati italiani confermano ma non preoccupano – commenta Fabrizio Pregliasco –. Anche se il virus è mutato infatti resta inalterata l’efficacia di antivirali e vaccino. La metamorfosi sembra rendere più aggressiva la malattia nei confronti dei polmoni e meno verso la gola. Però c’è da dire che non è aumentata la contagiosità. Ecco perché i casi di mutazione sembrano non incidere sull’aumento del numero dei malati».

Anche per Pregliasco la vaccinazione è «un assist fondamentale per fronteggiare la pandemia». Chi ha fatto il vaccino con lo squalene, «l’adiuvante finito sotto accusa - conclude - può sentirsi ancora più sicuro perchè maggiormente protetto da eventuali mutazioni».

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