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È stata spedita lei, la salernitana il cui viso è un inno alla bellezza mediterranea, a rappresentare il governo nella manifestazione a sostegno del Pdl a Bolzano. Una strana scelta, forse una piccola punizione per Mara Carfagna, ministra per le Pari opportunità la cui ribellione con annessa minaccia di dimissioni, tre settimane fa, finì per essere un grattacapo aggiuntivo per il premier Silvio Berlusconi. Che, a Lisbona per il vertice Nato, fu costretto a «ricucire» telefonicamente lo strappo tra la bella ministra e i vertici campani del Pdl.
Ora, dopo le bizze e la resipiscenza, la ministra delle Pari opportunità si deve guadagnare la pagnotta, e come tutte le star del Pdl è in queste ore in trincea per evitare il ribaltone. A lei, in quota meridionale a Palazzo Chigi, è toccato ieri andare nell’angolo più settentrionale d’Italia, l’Alto Adige, come ambasciatrice di Berlusconi, di cui è da sempre una pupilla. Scopo: portare a casa ben incartata l’astensione dei parlamentari del partito della comunità di lingua tedesca al voto di sfiducia di martedì, ciò che fa perdere qualche ulteriore addendo ai ragionieri della crisi di governo. Operazione compiuta: «C’è un ravvedimento da parte della Svp nei confronti dell’operato di questo governo», ha constatato soave Carfagna, supportata nella trasferta bolzanina dalla pretoriana altoatesina di Berlusconi, Michaela Biancofiore, altra pidiellina di indubbia avvenenza, ancorché biondissima. E consolata dallo stesso Berlusconi, intervenuto telefonicamente per gratificare gli esponenti dell’Svp ma anche per coccolarsi le sue donne: «Le rappresentanti femminili sono le più serie, le più brave e le più precise, a scuola, in ufficio e, a casa. In Parlamento poi garantiscono una presenza che è del 98-99 per cento in tutte le votazioni».
E mentre la campana Carfagna si trovava a Bolzano, la cuneese Daniela Santanchè svolgeva lo stesso lavoro a Napoli. Proprio lei, la sottosegretaria per l’Attuazione del programma che aveva bacchettato Mara per la sua uscita novembrina («nei momenti difficili si sta uniti, per le questioni singole si aspettano altri tempi») a fare da ambasciatrice berlusconiana nella terra della più giovane pupilla del premier.

A parlare per di più di rifiuti, proprio il tema che aveva provocato l’ira carfagnana di qualche settimana fa. Uno sgarbo per la bella Mara? Forse, ma i ministri non sono come gli ortaggi, non devono necessariamente essere a «chilometri zero».

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