Vite in passerella Il legame pericoloso tra cibo e immagine

Era agosto. Settimana della moda a Montevideo. Sfila per la prima volta in passerella, cade al suolo durante il cambio d'abito e muore. Luisel Ramos, 22 anni, una bella modella uruguaiana, è stata stroncata da un infarto. Il padre fa sapere che la ragazza non mangiava da giorni. I media locali sottolineano come non sia la prima volta che una giovane bellezza uruguaiana, pur di conquistare una sfilata in passerella, si sottoponga a regimi alimentari da anoressia. Pochi mesi dopo tocca a Ana Carolina Reston, modella brasiliana di 21 anni, che aveva un indice di massa corporea pari a 13,5. Un’altra morte, un altro binomio drammatico tra moda e cibo. Il mondo degli stilisti cerca una risposta. Molti si interrogano. C’è qualche presa di posizione di buona volontà. A Madrid propongono di eliminare le taglie sotto la 42, Milano e New York su muovono lungo la stessa direzione. Si parla tanto, intervengono stilisti, medici, scrittori, politici. Non cambia quasi nulla. Ci prova anche la pubblicità.

Oliviero Toscani fotografa il corpo nudo e scheletrico di Isabelle Caro: 31 chili di ossa che campeggiano sui manifesti delle più grandi città italiane. È la nuova campagna Nolita realizzata dal fotografo milanese per il gruppo Flash&Partners. Una provocazione e un allarme su una tragedia del nostro tempo. Tanto clamore, ma poco cambia.

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