Vittima di barzellette Risarcito

E adesso provateci voi a scherzare con i Carabinieri. È andata male all’Arnoldo Mondadori editore, che nel libro «Stupidario giuridico» ha pubblicato un verbale dell’Arma con tanto di nome e cognome del militare che l’aveva firmato. Morale, la casa editrice è stata costretta a risarcirlo con 7.500 euro (oltre alle spese processuali) per lesione della reputazione professionale.
Così ha deciso il giudice Claudio Marangoni della prima sezione del tribunale civile. A fare ricorso, F. I., carabiniere in servizio alla stazione di Paternò.
Nello «Stupidario», infatti, faceva bella mostra uno dei suoi verbali. Uno di quelli che ammantano di leggenda l’intera categoria, tipo «usciva che sembrava che entrava», o «durante l’identificazione, il soggetto assumeva una sudorazione del corpo non consona al momento (stante che erano le due di notte) e alla stagione (inverno)», o - da antologia - «gli schiamazzi avevano raggiunto una tale intensità da potersi definire notturni». Qualcosa di simile, forse, nella relazione di F. I. E fin lì, niente di male.
Il problema, però, è che gli autori del libro hanno deciso di pubblicare anche il nome del carabiniere, oltre al suo mirabile resoconto. F. I. non ha gradito per niente, come non deve aver apprezzato le battute di colleghi e conoscenti. Un piccolo inferno da caserma, durato troppi mesi.

E allora, carabinieri alla riscossa. Causa fatta, e vinta. Guai, adesso, a fare gli ironici. Ci vuole riguardo. Perché, come scrisse un carabiniere, «il fermato rispondeva alle domande con poco rispetto e mi dava del tu, mentre io per lui ero Lei».

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