Alla spasmodica - e demagogica - ricerca di una vittima sacrificale da dare in pasto allinsaziabile Debito pubblico, qualche ineffabile politico non sta trovando di meglio che sparare a zero sullUnire, il Coni dell'ippica. Molto meglio dimenticare le miserie della politica e passare alla vicende della pista. Le note migliori arrivano questa settimana dalla sponda trotto che in Scandinavia ha compiuto una piccola impresa. Il 6 anni italiano Irving Rivarco, infatti, è stato il primo indigeno ad aggiudicarsi la Sweden Cup con un entusiasmante uno-due in batteria e finale. Il figlio di Ganymede, guidato dal sempre bravissimo Pippo Gubellini, ha dominato nellatto finale alla media di 1'11"3 Marshland e S.J.'s Photocopy, mentre Irambo Jet, quarto, completava il trionfo del nostro allevamento.
Dopo un sabato a questi livelli, il giorno dopo a Solvalla i «made in Italy» sembravano in grado di regalarci altre grosse soddisfazioni, ma ci sono riusciti soltanto in parte. NellElite dei 4 anni, infatti, il favoritissimo Mago d'Amore, sempre con Gubellini in sulky, buttava alle ortiche una probabilissima vittoria con un rottura irreparabile in partenza. Consoliamoci con il successo dellamericano di scuderia italiana I Won't Dance (pescato con sottile intuito negli States dal veneto Mauro Biasuzzi) e il terzo posto dellindigeno Main Wise As.
Dal trotto al galoppo domenica a San Siro il responso delle Oaks, il Derby delle femmine, è stato nettamente negativo per le «made in Italy». In un arrivo entusiasmante a fruste alzate si è imposta per il minimo dei distacchi l'inglese Contredance, allenata dal quel Luca Cumani che si è guadagnato solidissima fama nel Regno Unito dove si è trasferito negli anni Settanta.
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