Viva Obama, ha rivalutato la canottiera

Archiviate nelle prime pagine le quisquilie - l’intesa sul clima, gli aiuti all’Africa, le misure anti-recessione, le sanzioni all’Iran - la vera notizia-bomba del G8 è stata battuta dalle agenzie alle 19,53, quando nelle redazioni l’attenzione andava scemando: «Anche Barack Obama, prestante e notoriamente gradito alle donne, indossa la “maglia della salute”. Durante la sua visita nel centro storico dell’Aquila, infatti, era possibile intravedere in controluce, sotto la sua camicia (indossata senza la giacca) una canottiera che più tradizionale non si può».
Non so quanti comprendano la portata di questo fatto, anzi di questo evento. Obama si è rivelato ancora una volta il protagonista assoluto pure della cronaca mondana. Il suo controluce ha fatto passare in secondo piano l’abitino giallo limone della moglie Michelle, i tailleur della Carfagna, quelli in stile Ddr della Merkel. Ma non solo. Con il suo intimo d’antan, il presidente icona del nuovo che avanza ha riscattato noi Fantozzi di tutto il pianeta, dimostrando la sempiterna verità del vecchio detto secondo il quale nulla è più rivoluzionario della tradizione. La sua canottiera è un segnale al mondo ben più gravido di conseguenze della maglietta pacifista indossata dalla figlia Malia: le guerre continueranno fino alla Parusia, tanto è vero che lo stesso Obama non ha smesso un istante di bombardare l’Afghanistan come fosse un qualsiasi George W. La maglia della salute del presidente, invece, «farà tendenza»; i medici torneranno a consigliarla, le mamme a imporle ai bambini, le mogli a suggerirla ai mariti. Anche al cinema le scene di sesso avranno probabilmente qualche fotogramma in più per il preliminare della rimozione della canottiera, ma non è escluso che le varianti hot prevedano l’amplesso con il maschio semicoperto dalla cintola in su.
Naturalmente ci vorrà un po’ di tempo per metabolizzare la svolta. La prima reazione infatti è stata di choc e di perplessità. «Un mito messo a dura prova. Un duro colpo all’immaginario femminile», ha commentato l’agenzia Apcom. Sono considerazioni ancora condizionate dall’idea che, una volta sbottonata la camicia del maschio, le donne vogliano mettere le mani su un petto nudo. Ne riparleremo fra un po’, quando il massimo della libidine sarà scoprire se si ha a che fare con la spalla stretta o con la spalla larga, con il cotone, la lana o il poliammide.
Per il momento permangono molti pregiudizi. Al Giornale, durante la riunione di redazione, è nata una vivace discussione nel corso della quale ho scoperto di essere l’unico dinosauro a portare ancora la canottiera. Le donne - che pretendono di saperla lunga: proprio ieri un sondaggio effettuato dal brand d’abbigliamento Matalan ha dimostrato che perdono quasi un anno della loro futile esistenza solo per pensare a come vestirsi - mi hanno sbeffeggiato come un rottame alle prese con colpi d’aria e mal di schiena. Gli uomini hanno eccepito appunto che «la canottiera non è sexy». I poveretti vivono in una patetica illusione, anzi in due patetiche illusioni. La prima è quella di poter imbattersi, durante il tristo giorno di lavoro che li attende, in un’imprevista avventura erotica magari con la cameriera della pizzeria o con la giovane collega assunta per sostituzione ferie. La seconda è che, quando mai una simile avventura capitasse davvero, la loro pancetta e il loro salvagente di trippa sarebbe «più sexy» di una maglietta della salute.
La canottiera, dicono ancora, è esteticamente sgradevole, anche quando la si intravede sotto la camicia. Per costoro è invece «gradevole» lo spettacolo della coppia di chiazze sotto le ascelle e della pozzanghera nella zona lombare. La maglia della salute in realtà protegge non solo la salute di chi la indossa, ma anche l’olfatto delle persone vicine. Chi non la mette dovrebbe essere multato come chi fuma una sigaretta: è da tempo che vado invocando un decreto legge che punisca finalmente anche il sudore passivo.
Per fortuna che Obama sdoganerà la canottiera. Altri politici e perfino grandi attori non hanno avuto remore nel farsi fotografare così: da Mussolini a Craxi, da Clark Gable a Marlon Brando. Ma erano altri tempi. In anni più vicini a noi, l’epopea della canottiera è stata riproposta da Bossi. Ma non aveva fatto trend, era stata relegata nella cafonaggine longobarda, una semplice variante di quella consuetudine che d’estate prevede il look completo: canottiera, pantalone al ginocchio, calzini corti e sandali (anche borsello e occhiali con lenti da sole aggiuntive nei casi più gravi).
Obama invece renderà la canottiera un oggetto di culto.

Per una sorta di Nemesi, lui mito del politically correct sta riscattando tutto il politically incorrect: fuma, ammazza le mosche alla faccia degli animalisti, e ora si mette anche la cara, vecchia, imprescindibile maglia della salute. Vedrete che chi la canottiera proprio non se la vuol mettere perché gli dà fastidio, alla fine se la farà tatuare.

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