Cronache

Vivisezione, la strage dei 900 macachi "cinesi" Brambilla: esposto in procura

In uno stabilimento di Correzzana (Mi) stanno arrivando 900 macachi destinati alla vivisezione. L'on. Brambrilla ha presentato un'interrogazione al ministro della Salute e un esposto in procura

Vivisezione, la strage dei 900 macachi "cinesi" Brambilla: esposto in procura

Prosegue l'impegno dell'onorevole Michela Vittoria Brambilla contro la vivisezione e, in particolare, contro il maltrattamento degli animali sottoposti a questa pratica. Ora, dopo aver appreso che nello stabilimento di proprietà della multinazionale Harlan a Correzzana (Mi) stanno arrivando, a gruppi di circa 150 unità, 900 macachi provenienti dalla Cina destinati alla vivisezione, con un’interrogazione al ministro della Salute l’ex ministro del turismo chiede di sapere "attraverso quale iter è stata autorizzata l’importazione nel nostro Paese di un numero così elevato di macachi destinati alla sperimentazione in laboratorio, chi è il funzionario del ministero della salute che ha firmato tale atto, quali controlli sono stati effettuati sul loro trasporto dalla Cina e con quale frequenza vengono effettuati controlli sullo stabilimento di Correzzana per verificare che siano rispettate le norme igienico-sanitarie vigenti".

"Si tratta di uno dei più grossi carichi di animali per usi asseritamente “scientifici” mai importati nel nostro Paese – spiega l’on. Brambilla - che rappresenta certamente un episodio di estrema gravità ed evidenzia anche le incredibili proporzioni di questi traffici di morte".

Nel 2006 il "Fronte di liberazione animale", dopo un blitz proprio all’interno dello stabilimento di Correzzana, denunciò una situazione sconvolgente: migliaia di roditori costretti a vivere in pile di gabbie di plexiglas, decine di carcasse trafitte da puntine e conservate nei frigoriferi del laboratorio, e soprattutto decine di macachi che sopravvivevano in condizioni squallide, tra sangue e feci, prima di essere inghiottiti dalla catena della sperimentazione.

"E’ necessaria una verifica immediata sul maxi-carico di primati e sulle condizioni in cui versano gli animali – continua l’on. Brambilla - Per tale ragione ho presentato anche un esposto alla Procura della Repubblica ed ai Nas per richiedere un intervento immediato all’interno della struttura ai fini di verificare le condizioni di detenzione degli animali, ogni tipo di attività che viene svolta all’interno dell’allevamento, quale ad esempio la “produzione” di animali geneticamente modificati, ed il rispetto delle normative vigenti, prevedendo anche eventuali misure cautelative quali il sequestro degli animali detenuti all’interno della Harlan". “Milioni di amanti degli animali – continua Michela Vittoria Brambilla - manifestano da tempo la loro indignazione verso queste fabbriche di morte, come la Green Hill di Montichiari, che fanno torto al grande sentimento di amore e rispetto degli animali proprio della grande maggioranza degli italiani. E di questo sentimento continueremo a farci interpreti perché la vivisezione sia completamente abolita a favore di metodi alternativi che garantiscono una ricerca eticamente accettabile e certamente più sicura. La vivisezione, infatti, non è solo il più crudele dei crimini che l’uomo commette contro gli animali ma è anche fuorviante per il progresso scientifico che tutti vogliamo perseguire, in quanto il modello sperimentale animale è diverso da quello umano".

"I più autorevoli ricercatori - prosegue la Brambilla - oggi hanno ben espresso la loro posizione: la vivisezione deve essere completamente superata a favore di metodologie di ricerca più sicure per la nostra salute. E una cosa è certa: queste multinazionali e le lobby che le tutelano hanno finito di fare i loro comodi nel nostro paese: milioni di animalisti hanno dichiarato guerra".

Nel frattempo, la regione Lombardia ed il parlamento stanno terminando l’iter di approvazione della norma promossa dall’on.

Brambilla che vieta l’allevamento di cani, gatti, e scimmie antropomorfe destinate alla vivisezione.

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