Vladislaw Maczkowski

Si tratta di uno dei cento e otto martiri polacchi della seconda guerra mondiale, ricompresi sotto il nome di Anton Julian Nowowiejski e beatificati nel 1999 da Giovanni Paolo II. Vladislaw Maczkowski era un sacerdote di trentun anni. Era amministratore della parrocchia di Lubowo, nella diocesi di Gniezno, nel 1940, quando venne arrestato dalla Gestapo. Fu portato nel famigerato lager di Dachau. Qui, due anni dopo, morì in seguito alle torture subite. Era stato ordinato sacerdote nel 1937 e dicono i resoconti della sua beatificazione che morì «in seguito a incessanti sevizie». Certo, quegli aguzzini «eseguivano ordini». Ma sappiamo perfettamente che ci sono vari modi di eseguire gli ordini, specialmente se i comportamenti richiesti sono continuati e protratti nel tempo. Ora, poiché è impensabile che ci siano stati i guardiani dei guardiani dei guardiani, a tempo pieno e provvisti di cento occhi insonni come il mitologico Argo, è lecito sospettare che certuni, a eseguire quel tipo di ordini, ci provassero gusto. Personalmente, date le idee che esprimo, ho un certo numero di antipatizzanti, alcuni dei quali non mancano di esternarmi quando e come possono la loro riprovazione. Uno si è addirittura iscritto al mio blog solo per dirmi che «un po’ di gulag mi farebbe bene». Sono sicuro che farebbe bene alla mia anima, certo, ma conosco sufficientemente la storia per sapere che c’è un sacco di gente che non scherza affatto. E che sarebbe, golosa, in prima fila il giorno in cui si aprisse un bando gratuito per «volenterosi carnefici» nel prossimo regime anticristiano.
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