«Voglio lottare in vasca non all’Isola dei famosi»

Meno di un mese al mondiale di nuoto di Shanghai, evento sportivo dell’estate assieme al campionato del mondo di atletica. Dal 24 al 31 luglio 28 azzurri a caccia di finali, in pochi per le medaglie. La insegue Filippo Magnini, a digiuno di podi internazionali individuali dal 2008, a parte l’argento ai giochi del Mediterraneo.
«Stiamo preparando la manifestazione più importante – racconta il 29enne marchigiano -, a un anno dalle Olimpiadi. Vedremo i candidati alle medaglie di Londra».
Che Italia sarà?
«Giovane. E’ all’ultima tappa di un grande cambio generazionale, bisogna darle tempo. Molti sono forti, potranno fare grandi cose».
Sarà il suo ultimo Mondiale?
«Mai inizio una stagione convinto che sia l’ultima, non ho la data di scadenza. Finchè mi diverto continuerò a nuotare. Gli esempi sono gli americani Jazon Lezak, che a 35 anni prosegue dopo il bronzo olimpico, e Dara Torres, tre argenti da 43enne, a Pechino. Certo a 20 anni era più facile».
Alle Olimpiadi ha preso solo un bronzo, nella 4x200 stile di Atene, che obiettivo si porrà per la sua terza partecipazione?
«Mi vedo ancora protagonista, non mi do un traguardo preciso».
A 33 anni Massimiliano Rosolino lascia?
«Ancora si batte in vasca. Viene da un periodo difficile, agli Assoluti è entrato in finale B, si è ripreso rispetto ai tempi più elevati, resta lontano dai primi posti nazionali».
Quando lei nasceva, nell’82, ci si ritirava a 25 anni. Ora le carriere avvicinano quelle dei calciatori…
«Questione di allenamento, la capacità fisica si è evoluta. Adesso a quell’età si è maturi, si diventa grandi a 30-32. Molto dipende da quando si arriva ad alti livelli: chi a 16 è già mondiale, ha una longevità inferiore. Incidono tanti fattori, Rosolino ad esempio si era rivelato nei 400 misti, gara massacrante, nei 50 o 100 gestendo bene gli allenamenti si dura di più».
Magnini quanto lavora?
«Quand’ero più piccolo percorrevo 14 chilometri al giorno, ora 12-13. Seguo 10 allenamenti la settimana, 4 volte sono doppi: quando ci abbino i 3 in palestra, arrivo anche a 7 ore. Riposo solo la domenica».
Il calo dei risultati dipende anche dalla scomparsa del ct Alberto Castagnetti?
«Ero legatissimo a lui, a 20 anni mi portò in azzurro. Il rapporto era bellissimo, tanti atleti hanno perso il punto di riferimento fondamentale».
Soprattutto Federica Pellegrini.
«Era il tecnico che l’ha sempre seguita, io durante la stagione ho sempre lavorato con Claudio Rossetto».
Cosa le fa sperare di risalire?
«Esco da anni sfortunati, con il nono e il quarto posto alle Olimpiadi e al Mondiale di Roma. A gennaio mi sono rotto un piede, ad aprile ho preso il morbillo. La preparazione procede tra alti e bassi. In Cina è importantissima la staffetta 4x100 stile libero, nel giorno inaugurale, lì conto di prendere la medaglia, e anche nell’individuale spero di essere a ridosso dei primi. Nel 2010 mi sono arenato a un decimo dall’oro europeo».
Al dopo nuoto ha già pensato? Magari nel mondo dello spettacolo, dopo l’esperienza da inviato all’Isola dei Famosi?
«Ogni tanto ci rifletto, non è il momento. Né tutti gli anni è possibile una partecipazione del genere, porta via metà stagione, sono stato il primo sportivo italiano ad accettare quella sfida, da settembre a dicembre 2008. Più sopportabili le ospitate di un giorno, da Miss Italia a Quelli che il calcio».
A nemmeno 23 anni, sarà già il Mondiale di Fabio Scozzoli?
«E’ un eccellente ranista, campione europeo a Budapest e secondo a Dubai in vasca corta. Insegue il grande risultato, ha ottimi tempi: il futuro è suo, magari già il presente».
Perché Alessia Filippi ha rinunciato a difendere l’oro di Roma nei 1500?
«Ha fatto Ballando sotto le stelle, si è presa un anno sabbatico. Siamo tutti umani: accettiamo la sua scelta senza starle troppo sotto”.
A Roma Phelps conquistò 5 ori e un argento, a Pechino 8 titoli. Shangai cosa gli riserverà?
«Certamente farà qualcosa di buono, chi ha conquistato 14 ori olimpici gareggia sempre ai massimi livelli. Magari si fermerà a 2, comunque non sarà un comprimario».
E Ian Thorpe?
«L’australiano ancora non è tornato, proverà a qualificarsi per le Olimpiadi».


Da pesarese, come valuta la stagione più nera di Valentino Rossi, una sola volta sul podio?
«Ha vinto 9 mondiali, dimostrando così tante volte di essere il più forte che se anche arrivasse ultimo sarei sempre pronto a fargli un applauso. Quando smetterà, metà del pubblico non guarderà più la Motogp. Sono cambiate moto e assetto, speriamo nella nuova Ducati. Ma non puntiamogli il dito contro».

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