«Voglio risanare Savona»

«Il Giornale» intervista oggi il candidato sindaco al Comune di Savona, Domenico Buscaglia, ingegnere in pensione, che si candida per la lista «Noi per Savona», di cui è consigliere comunale uscente. Collocandosi a sinistra rispetto all'amministrazione passata, in questa consultazione viene appoggiato dalle associazioni ambientaliste.
Per quali motivi ha deciso di candidarsi?
«Per coerenza con il mandato precedente, quando già rappresentai il gruppo di “Noi per Savona”, nato per combattere i gravi errori urbanistici che l'amministrazione aveva commesso».
Quali sono le proposte principali del suo programma?
«Premetto che parlare di “programma del sindaco” è un errore che consolida l'idea, illegittima e pericolosa, di un sindaco “Principe”. Il programma amministrativo di “Noi per Savona” è stato deciso dai sostenitori e dai candidati della lista, non dal solo candidato sindaco. Ciò premesso, in estrema sintesi, le proposte principali di Noi per Savona sono: riportare il Consiglio Comunale alla pienezza del suo ruolo fondamentale di indirizzo e controllo, contro il prepotere del Sindaco e della Giunta; risanare la macchina politico-amministrativa del Comune, oggi troppo inefficace e costosa; fondare il futuro della città sull'organizzazione, sul decoro e sulla coltivazione dei fermenti di cultura e di impresa che possano generare lo sviluppo di nuove e più efficaci attività produttive; studiare con i cittadini un nuovo Piano Urbanistico Comunale che affronti con coraggio e lungimiranza i principali problemi strutturali della città, in modo da renderla capace di ospitare quelle attività future; dedicare attenzione alla cura ed alla preparazione dei cittadini di domani, i giovanissimi e gli immigrati; valorizzare il patrimonio di esperienza degli anziani e dare piena e doverosa assistenza ai non autosufficienti».
Alcune critiche alla politica dell'amministrazione uscente di centro-sinistra, soprattutto riguardo a progetti tipo Bofil ed altro, sono comuni alla sinistra, cioè alla sua lista e a quella di Patrizia Turchi, come al centro-destra. Si è parlato di formare un'unica lista d'opposizione. Perchè, poi, non si è costituita?
«Negli anni scorsi, a Savona la destra è sempre stata complice della cosiddetta “sinistra” nelle manovre urbanistiche più gravi, a partire dal “Master Plan” di Bofill fino all'accettazione succube del Piano Regolatore del Porto. Nei nostri Consigli Comunali degli ultimi dodici anni, in realtà, la distinzione tra destra e sinistra nel campo urbanistico fu una pura finzione, perchè, al momento di favorire i potenti, le due parti si comportavano allo stesso modo».
In che cosa si differenzia il suo programma da quello del candidato sindaco di «A sinistra per Savona?».
«Sulla valutazione dei problemi locali, e sui programmi relativi, non sembrano esistere differenze rilevanti tra “Noi per Savona” ed il gruppo di Patrizia Turchi. Noi per Savona, d'altro canto, nel mandato scorso collaborò sempre strettamente in Consiglio Comunale con il gruppo di Rifondazione e quindi con Patrizia Turchi, che allora ne faceva parte. Il nostro programma, forse, mette con più forza l'accento sulla necessità di un profondo risanamento della macchina politico-amministrativa».


Ma in caso di ballottaggio, non si rischia che la sua lista sostenga poi il suo candidato?
«In caso di ballottaggio ogni decisione verrà demandata, al Direttivo di “Noi per Savona”, composto dai candidati alle elezioni».

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