Voli di Stato, tutto regolare: il pm chiede l’archiviazione Fallito l’assalto al premier

RomaE alla fine è precipitata pure l’inchiesta sui voli di Stato. La procura ha infatti trasmesso gli atti dell’indagine su Silvio Berlusconi al tribunale dei ministri con una richiesta ben precisa: «Archiviate». La melma gossippara è volata ad altissima quota ma l’insinuazione che il premier avrebbe illegittimamente utilizzato aerei di Stato per coccolare i suoi ospiti diretti a Villa Certosa s’è invece schiantata al suolo. Almeno cinque i voli finiti sotto la lente dei giudici. Nero su bianco la motivazione dei procuratori Giovanni Ferrara e Achille Toro e dei pm Giuseppe Saieva, Ilaria Calò e Simona Maisto: «Per ogni volo era presente una persona titolata a usufruire del collegamento aereo». In altre parole: tutto regolare.
Il caso è decollato con la pubblicazione delle fotografie partorite dall’obiettivo del reporter sardo Antonello Zappadu. Polpette avvelenate servite sul piatto d’argento del quotidiano Repubblica che, cavalcando il «noemismo», ha scandagliato tutti i trasferimenti del Cavaliere verso la Costa Smeralda. In uno scatto era immortalato il cantante napoletano Mariano Apicella intento a caricare i bagagli su un’auto del corteo del premier, dopo essere sceso da un volo dell’aeronautica a Olbia. Scandalo. Subito è esplosa la polemica politica: «Il triplicamento dei voli di Stato e l’uso da parte di chi non ne ha titolo pone seri problemi sulla moralità e l’etica di chi ci governa», incalzava scandalizzata Roberta Pinotti, responsabile Difesa del Pd. «Uso improprio dei soldi dei cittadini», era l’eco dell’opposizione, speranzosa di sfracellare la reputazione del Cavaliere.
Immediatamente s’è mossa pure la procura di Roma, che ha messo sotto la lente i viaggi Roma-Olbia. Peccato che l’ipotizzato abuso d’ufficio, attribuito a Silvio Berlusconi, non sussiste perché - queste le parole dei pm - sul punto «non vi è alcuna disposizione di legge o di regolamento ma solo direttive della presidenza del Consiglio dei ministri che ne disciplinano l’utilizzo». Pertanto, gli atti vanno trasmessi al tribunale dei ministri con l’esplicita richiesta di archiviare, abbandonare, seppellire ogni ulteriore indagine. Tutto pulito, tutto regolare: compresi i voli del 24, 25, 31 maggio e primo giugno 2008, quelli del celebre soggiorno a Villa Certosa dell’ex primo ministro della Repubblica Ceca Mirek Topolanek. L’altro trasferimento, 17 agosto dello stesso anno, riguardava invece Berlusconi e altre persone in sua compagnia. Documenti alla mano, però, tutti i passeggeri hanno sempre volato assieme al premier. I magistrati hanno pertanto ribadito che «non sono emersi casi di soggetti estranei che hanno viaggiato in assenza del presidente». E che, secondo una sentenza della Suprema corte del 2007, non si è in presenza nemmeno di un «danno o di un vantaggio patrimoniale apprezzabile» così come impone la legge. In sostanza, quando Berlusconi ha offerto un passaggio sui voli di Stato a «manifesti passeggeri» non ha provocato alcun danno patrimoniale.
«La richiesta di archiviazione della Procura di Roma chiude, com’era giusto e prevedibile, la vicenda. Ancora una volta il Pd e Repubblica restano con un pugno di mosche in mano, dopo aver fatto di tutto per incendiare - con insinuazioni di ogni tipo - l’ultimo mese di campagna elettorale», commenta Daniele Capezzone, portavoce del Pdl. «È fallimento per giornalisti tromboni e politici trombati - chiosa il presidente del Pdl al Senato Maurizio Gasparri -.

La procura di Roma spazza via una delle tante speculazioni della sinistra: tutto si è svolto in rispetto delle norme». Così, il leader del Pd Dario Franceschini fa planare le accuse: «Sì, vabbè... Ma a noi interessa solo il dato morale».

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