La prima volta di “C”: il capo della leggendaria agenzia di spionaggio britannico MI6 è andato in tv per difendere la segretezza del lavoro dei suoi 007. «Il segreto non è una parolaccia. Il segreto non significa insabbiare. È un fattore fondamentale per mantenere la Gran Bretagna un Paese sicuro», ha detto Sir John Sawers, ex ambasciatore all’Onu e il primo capo dell’intelligence di Sua Maestà a parlare in pubblico in oltre un secolo di storia. Una difesa a oltranza del lavoro clandestino di James Bond nei giorni del putiferio di Wikileaks contro attacchi di terroristi che potrebbero colpire di nuovo l’Occidente «con un grave costo di vite umane» ma soprattutto contro la minaccia peggiore, la proliferazione nucleare in stati come l’Iran.
L’MI6 è al centro di intrighi top secret dal 1909, prima della Prima Guerra Mondiale, eppure fino al 1994 l’esistenza dell’agenzia non era riconosciuta ufficialmente a dispetto dei romanzi di John LeCarré e di tutti i film con Sean Connery protagonista. “C” è andato in onda per 30 minuti da Canary Wharf, davanti ai giornalisti e alle telecamere della Society of Editors che fino all’ultimo aveva tenuto segreta la sede dell’evento: «Se le nostre operazioni diventassero pubbliche non funzionerebbero», ha detto Sawers ribadendo d’altra parte che la Gran Bretagna cerca di evitare azioni che possano portare a torture: «Se sappiamo o se sospettiamo che un’azione da parte nostra possa portare a torture abbiamo l’obbligo sulla base della legge britannica e il diritto internazionali di evitare questa azione. E la evitiamo, anche a rischio che l’azione terroristica vada avanti».
Sir John è a capo dell’agenzia che si occupa dello spionaggio all’estero da circa un anno prima del quale aveva avuto una brillante carriera in diplomazia culminata nel posto al Palazzo di Vetro. L’apparizione in pubblico è stata l’ultima in una serie di capi dell’intelligence britannica usciti allo scoperto: «Perchè farlo adesso?», ha detto Sawers: «Perchè nella società aperta di oggi nessuna istituzione del governo può avere il beneficio del dubbio». Prima di “C” avevano nelle ultime settimane parlato in pubblico il capo dell’agenzia di spionaggio elettronico Iain Lobban e Jonathan Evans, il direttore generale dell’MI5 (il controspionaggio interno).
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