Voto a sorpresa: gli stranieri preferiscono Silvio

In Lombardia gli immigrati naturalizzati scelgono soprattutto il centrodestra. Lo dimostra una ricerca dell’Ismu L’orientamento è netto per gli europei dell’Est e gli asiatici. Restano invece schierati a sinistra nordafricani e irregolari

Sono 64mila i cittadini stranieri naturalizzati italiani, che il prossimo 27 e 28 marzo andranno alle urne per le amministrative regionali. La maggioranza voterà centrodestra. In particolare, gli immigrati provenienti da Romania, Russia, Albania, Moldavia e Ucraina, le cui intenzioni di voto a favore della maggioranza sfiorano percentuali plebiscitarie. A rivelarlo è una ricerca della fondazione Ismu, Iniziative e studi sulla multietnicità, che ha raccolto l’orientamento politico di oltre un milione di stranieri residenti in Lombardia, compreso quello dei circa 153mila irregolari, che solo a Milano e provincia sono 69mila. «I cittadini dell’Est Europa, soprattutto i neo comunitari, si sentono più vicini alle posizioni del centrodestra», conferma Alessio Menonna, ricercatore dell’Ismu. Accade per i 169mila rumeni residenti in Lombardia, che fra Milano e provincia sono circa 45mila: il 64 per cento voterà per l’attuale maggioranza. Farà altrettanto il 61 per cento dei russi, il 57 per cento degli albanesi, il 56 per cento dei moldavi e il 55 per cento degli ucraini. «Ma il discorso vale anche per gli immigrati asiatici - continua l'esperto -, in particolare per i cinesi, la maggior parte dei quali voterà, o voterebbe se ne avesse la possibilità, per il centrodestra». A spiegare perché l'equazione immigrato uguale centrosinistra è soltanto un luogo comune superato sono diversi fattori. «I cittadini dell’Est Europa hanno un recente passato comunista, quindi risentono di un forte bisogno di riscatto - prosegue Menonna -. Ma questo dato da solo non basta a spiegare il fenomeno. Va tenuto conto, infatti, che gli immigrati che risiedono nel nostro Paese da molti anni, e che ormai sono intergrati e svolgono lavori autonomi o addirittura imprenditoriali, hanno la tendenza a prendere le distanze dall’immigrazione più recente e dai gruppi criminali presenti all’interno delle proprie comunità. Quindi si sentono vicini ai partiti politici più severi da questo punto di vista». Si spiega così un altro fenomeno, molto più recente. Quello dello «slittamento del voto dal centrosinistra al centrodestra» man mano che gli anni passano. «Quando arrivano nel nostro Paese gli immigrati sono più vicini alle posizioni di centrosinistra - prosegue l'esperto -. Nella maggior parte dei casi non hanno il permesso di soggiorno e lavorano in nero». Quindi si sentono un po' più tutelati da partiti storicamente maggiormente favorevoli all'immigrazione. «Man mano che il tempo passa, però, quelle stesse persone cambiano il proprio orientamento politico. Più si sentono integrate, più si avvicinano a posizioni meno permissive e più conservatrici. Questo spiega il perché del voto a destra dei cinesi - conferma Menonna -. Con l'integrazione cresce anche il reddito, e questo è un altro fattore che influisce sullo spostamento delle preferenze elettorali verso i partiti di centrodestra». L'attuale opposizione resta invece «baluardo» degli interessi degli immigrati africani e degli irregolari. Secondo i dati dell’Ismu, voterebbe per il centrosinistra il 72 per cento dei senegalesi, il 68 per cento degli algerini, il 65 per cento dei tunisini, il 64 per cento dei marocchini e il 62 per cento dei ghanesi. «Si tratta di gruppi etnici particolarmente sindacalizzati - spiega il ricercatore -, in molti casi presenti con propri rappresentanti negli schieramenti di centrosinistra.

Queste persone condividono le intenzioni di voto con i clandestini, che abbiamo intervistato in merito. Anche loro, se ne avessero la possibilità, voterebbero per i partiti di centrosinistra. Così come la maggior parte degli extracomunitari disoccupati».

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