Vuoommm... controsorpasso! Siamo tornati davanti al Milan, ed è già una buona cosa. Per il morale e - soprattutto - per la classifica, se davvero dobbiamo ancora credere nell'aggancio all'Inter. Un sorpasso ottenuto su un circuito ad handicap (quello del Massimino di Catania) e con una manovra alla Villeneuve: spericolata ma assolutamente voluta, cercata. Come solo noi sappiamo fare quando ci crediamo fino all'ultima curva. Un credo che Christian Poulsen, l'acquisto juventino ingiustamente più bersagliato dalle critiche, pare aver appreso alla perfezione. Una vittoria benedetta, soprattutto per come si era messa (male) la partita dopo neanche 5 minuti: in 10 per i restanti 80. Vuoi per quella sciocca usanza dei giocatori di fare lo strip dopo una rete (in questo caso, Iaquinta), ma vuoi pure per l'eccessiva - o voluta - fiscalità di un arbitro che allo stripteuse ha poi sbattuto in faccia immediatamente dopo il secondo giallo (= espulsione) al primo fallo. Da quel momento in poi la gara per noi, che venivamo dalla battaglia di coppa Italia con supplementari e rigori, è stata un'autentica tortura. Ci ha salvati Buffon (quello con l'ernia del disco, vero?), un pizzico di fondello, il solito orgoglio juventino e - appunto - Poulsen.
Quaggiù, in 10, aveva vinto pure l'Inter, qui in 10 abbiamo vinto pure noi. Tu chiamali, se vuoi, «segnali». La distanza con la vetta resta sempre ampia, ma magari adesso - senza più davanti la Balilla rossonera - godiamo di una migliore visuale per puntare meglio l'Inter. Vavavumaaa!
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