Tra Vw e Porsche braccio di ferro su chi comanderà

Salvo Mazzolini

da Berlino

All’indomani delle nozze, è già entrato in crisi il matrimonio tra la Volkswagen e la Porsche. E il motivo della crisi è lo stesso che di solito scatena i litigi tra i coniugi: chi dei due comanda, quali decisioni prende l’uno e quali l’altro. A rigore l'ultimo parola dovrebbe spettare alla casa di Stoccarda, la Porsche, che da qualche giorno controlla il 18,53% della casa di Wolfsburg, la Volkswagen, ed è quindi il nuovo azionista di maggioranza. Ma alla Porsche c’è una situazione del tutto particolare che preoccupa il tradizionale management della Volkswagen e, soprattutto, il land della Bassa Sassonia (quello di Hannover) che fino a ieri, con il 18,2%, era praticamente il padrone della principale casa automobilistica d’Europa. Il cento per cento delle azioni con diritto di voto della Porsche sono concentrate nelle mani di Ferdinand Piëch, nipote per parte materna di Ferdinand Porsche, fondatore della prestigiosa azienda tedesca, e rappresentante dei due gruppi familiari (i Porsche e i Piëch) proprietari quasi totalmente della casa produttrice di vetture sportive. Inoltre Piëch è anche presidente del consiglio di sorveglianza della Volkswagen. Insomma, se la situazione non sarà modificata, nel matrimonio tra le due case a decidere tutto sarà proprio lui: Ferdinand Piëch, fino a pochi anni fa presidente della stessa Volkswagen. E questo non va bene a molti. Per esempio l’attuale numero uno della Volkswagen, Bernd Pischetsrieder, vedrebbe ridotta la propria autonomia di azione. Ma i segnali di inquietudine vengono soprattutto dal governo della Bassa Sassonia. E si può capirlo. La Volkswagen è la principale risorsa industriale della regione e il governo di Hannover nel prendere le decisioni ha sempre tenuto presente gli interessi del land oltre quelli della casa automobilistica. Sarà così anche ora che il controllo passa totalmente in nuove mani? Per condizionare il potere di Piëch il capo del governo regionale, Christian Wulff, ha cercato di coinvolgere nel nuovo assetto azionario la DaimlerChrysler. Ma il gruppo concorrente in questo momento ha ben altri problemi. Il regolamento dei conti potrebbe essere domani quando si riunirà il consiglio di sorveglianza.

Secondo il Financial Times Deutschland cinque dei venti membri del consiglio sono pronti a chiedere che Piëch lasci la presidenza del consiglio di sorveglianza affidandola a un personaggio che dia garanzie di neutralità tra nuovi e vecchi azionisti. Il giornale parla di putsch in preparazione contro Piëch il quale, però, secondo il settimanale Focus, non avrebbe nessuna intenzione di dimettersi.

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