Ieri, ho fatto un sogno.
Sì, vabbè, era lo stesso sogno che ho fatto quando Roma e Napoli hanno deciso di dedicare una via a Fabrizio Quattrocchi, mentre a Genova Comune e Regione bocciavano allegramente ogni idea di ricordare un loro concittadino morto come un martire dellOttocento.
Sì, vabbè, era lo stesso sogno che ho fatto quando ho sentito il sindaco di Torino Sergio Chiamparino dire che lui non farà alleanze con Rifondazione dopo aver visto come si sono comportati con la fiaccola olimpica, mentre a Genova gli assessori comunali spiegavano che costringere gli organizzatori a spegnerla era solo un gesto democratico o derubricavano la situazione a una questione di traffico. E vedremo nei prossimi giorni cosa dirà la Regione del «moderato» Claudio Burlando e dei suoi alleati «moderati».
Il sogno era quello di essere governato da Walter Veltroni o Piero Marrazzo, persino da Rosa Russo Iervolino. Era quello di sentire il sindaco Beppe Pericu, il presidente della Provincia Alessandro Repetto o il governatore Claudio Burlando dire parole forti sulle foibe. Ad esempio: «Le foibe hanno rappresentato un cortocircuito della nostra storia» (Marrazzo). Oppure: «Ricordiamo le foibe per non rivivere tragedie simili, prevalendo sugli odi e sulle discriminazioni» (Iervolino). O ancora: «Per lunghi anni su questa vicenda è calato un sostanziale oblio. Tutti invece abbiamo il dovere di ricordare» (Veltroni). Ecco, tutto questo a Genova non si sente. Noi dobbiamo leggere un comunicato su carta intestata della Regione in cui si recita: «La disposizione del minuto di silenzio negli uffici regionali è della Presidenza del Consiglio dei ministri ed è stata comunicata dalla Prefettura di Genova». Come dire che li hanno obbligati.
Perchè dobbiamo sempre distinguerci? Perchè Genova non sarà mai normale? Perchè non si stampano manifesti con le parole di un ex deputato comunista come Gino Paoli: «Mia madre è sta infoibata solo perchè italiana dai partigiani titini appoggiati dai partigiani comunisti italiani»? Perchè non ci si toglie il cappello quando il cantante genovese Bubi Senarega dice: «Sono andato in Croazia trenta volte e non ho mai omaggiato le vittime delle foibe.
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