Washington, tutti gli squilibrati presidenziali

C'è chi spara a Reagan per far colpo su Jodie Foster, chi giura di essere Hillary Clinton e chi attraversa l'America per parlare con Bush dei suo problemi familiari. A Washington gli "squilibrati presidenziali" sono centinaia. E finiscono tutti nello stesso posto

Washington, tutti gli squilibrati presidenziali

Sono un esercito armato di deliri, una banda di squilibrati, e finiscono tutti lì, almeno all'inizio della colpa, al manicomio di Washington, a due passi dalla Casa Bianca. E ci finiscono per un solo motivo: perchè volevano uccidere il presidente. Il Distretto di Columbia, esasperato, anni fa aprì addirittura un contenzioso con la Casa Bianca: siamo stufi di pagare il conto di vitto e alloggio di questi fuori di testa. E girò la nota di 20 milioni di dollari ai servizi segreti che continuavano a riempire le corsie del St. Elizabeth Hospital, il manicomio della capitale appunto, di mitomani esaltati. Di lì per esempio è passato John Hinckley Jr che nel 1981 arrivò a Washington dal Colorado per assassinare Ronald Reagan e fare colpo su Jodie Foster. Quasi ci riuscì. Ma invece che ad Hollywood finì St. Elizabeth dove lasciò un conto di 600 mila dollari. Ma fu solo il caso più clamoroso. Il manicomio ha contestato ai servizi segreti il costo di centinaia e centinaia di persone persone arrestate dalle parti della Casa Bianca perchè decisi a far fuori mister president. Cynthia Ware, tanto per dirne un'altra, arrivò a Washington nel giugno 1993 perchè convinta di essere Hillary Clinton. Tentò invano di entrare alla Casa Bianca, annunciandosi come la «first lady». É stata portata al manicomio, dove è ancora rinchiusa, forse insieme a uno che si crede Bill. Chun Callen aveva invece attraversato l'America, dallo stato di Washington alla capitale, per parlare nel 1989 col presidente Bush dei suoi problemi matrimoniali. Non aveva neanche un'amica. L'avevo preso per un rubrica di cuori solitari
Di solito il servizio segreto accetta la responsabilità economica solo per le prime 48 ore di detenzione. Poi se l'arrestato è trattenuto perchè soffre di problemi mentali «diventa un problema medico e non criminale e non spetta a noi saldare il conto», sostengono in ospedale. Ma le degenze possono diventare lunghe. Quentin Mendoza si presentò nel 1979 alla Casa Bianca minacciando di voler uccidere Carter. Finì anche lui nel solito posto dove è rimasto fino al 1995. Il conto: 820 mila dollari. Prolungato anche il soggiorno di Mark Beall, presentatosi all'ingresso Nord-Ovest della Casa Bianca affermando di aver sentito «voci» che gli garantivano di essere il presidente Reagan. Charles Connelly invece aveva parcheggiato davanti alla residenza presidenziale un camioncino con la scritta «Give me room or we both go boom» («Datemi una stanza o faccio saltare tutto»). Nella vettura erano state trovate armi e munizioni. Connelly comunque ottenne una bella stanza imbottita, ma al St. Elizabeth. Il problema degli «squilibrati presidenziali» è aggravato da quelli che si presentano con i loro deliri alle ambasciate.

Nel 1993 Stephen Clyde si recò all'ambasciata russa sostenendo che la gente di Mosca aveva mangiato suo figlio. É finito anche lui al St. Elizabeth. Al prossimo, statene certi, capace che gli verrà in mente di comprarsi un souvenir della Casa Bianca.

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