Wave: «Macchè scatola vuota Ho 800 addetti»

«Non siamo una scatola vuota, diamo lavoro a ottocento persone. E soprattutto non siamo una società di famiglia dei Ligresti»: non ci sta Patrizio Argenterio, numero uno di Wave Informatica, a vedersi tirare dentro al valzer di notizie sul caso Fonsai, l’assicurazione del gruppo Ligresti su cui scava la Procura di Milano. Nel fascicolo di inchiesta, ci sono anche i contratti di favore che Fonsai stipulava con lo stesso Ligresti (che riceveva consulenze per 40 milioni) e altri familiari del presidente onorario. E così sotto il tiro dei giornali è finita anche Wave, che a Fonsai fornisce i servizi informatici per la gestione dei sinistri e i call center. E che ha tra i suoi soci Omar Bonomelli, già marito della figlia di Ligresti.
Ma Argenterio si è arrabbiato come un puma: «Cominciamo a dire che lavoriamo per Fonsai da undici anni, quando Bonomelli era ancora scapolo, e continuiamo a lavorare oggi, dopo tre anni che ha divorziato dalla signora Ligresti. Aggiungiamo che Bonomelli è un socio di minoranza di Wave, col 19 per cento e senza ruoli operativi.

E ricordiamo soprattutto che Wave è una azienda vera, che fornisce i suoi servizi a prezzo di mercato a Fonsai rispondendo a quattordicimila telefonate al giorno e processando cinque milioni di euro all’anno. Altro che consulenze fasulle...».

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