Marco Lombardo
Ci sono uomini che fanno la storia e Ronald Gerald Wayne ci ha messo solo dodici giorni. Tutto cominciò il 1° aprile 1976 e trentanni dopo - adesso - nel celebrare le fortune della Apple computer nessuno si ricorda più di lui. Ron Wayne però è il terzo uomo di unazienda che ha fatto la tecnologia, il terzo fondatore insieme a Steve Jobs e Steve Wozniak - il braccio e la mente - di Apple, limpresa che ha cambiato il mondo e che oggi sforna centinaia di idee e milioni di dollari al giorno. Ma mentre i due restano nel mito - Jobs dopo un esilio di dieci anni è ancora il capo di Apple e linventore delliPod, Wozniak si gode una pensione dorata tenendo una webcam accesa sulla sua scrivania perché tutti lo possano vedere su internet - Wayne è finito nel mistero, nella nebbia del mondo degli affari che lo ha avvolto e dissolto. Per dodici giorni, trentanni fa, è stato al centro del mondo. Solo che lui non lo sapeva.
La genesi del Mac
In realtà linizio fu anche prima di quel 1° aprile: era giovedì e molto lavoro era già stato fatto. Fin da quando Jobs e Wozniak si ritrovarono il 5 maggio di un anno prima al primo meeting del «Gruppo utilizzatori dilettanti computer» in California, un gruppo di fanatici in unepoca in cui i calcolatori riempivano armadi interi. Wozniak, la mente, era a caccia di unidea per costruire il suo computer: puntò gli occhi su un microchip Intel, l8080, ma il prezzo - 179 dollari - lo fece tornare coi piedi per terra. Fino a quando non ne scovò uno adatto al suo portafoglio, chiamato Mos Technology 6502 e venduto a prezzo di saldo: 20 dollari. Lo prese, lo testò su una macchina HP, lo infilò poi in un computer disegnato personalmente: funzionava. Se ne accorse anche Steve Jobs un anno dopo: «Steve non partecipò a costruire un circuito, non fece un disegno, non inventò neppure un codice - ricordò Wozniak qualche anno dopo -. Semplicemente mi mise in mente quello che io non avevo mai pensato di fare: vendere i miei computer. Mi disse: Mettiamoli sul mercato e vediamo cosa succede». Jobs, il braccio.
Ecco il nome
Lidea venne il 1° marzo 1976 alla seconda edizione del meeting, Jobs ammetterà più avanti che «era Woz il vero ingegnere, era Woz il designer». A lui invece brillavano gli occhi pensando ai dollari che ancora non cerano, così convinse Wozniak ad andare alla Hp - dove prendeva uno stipendio di 24mila dollari lanno - a proporre il loro progetto. Hp rifiutò («interessante, ma non ha futuro»), così come fece pochi giorni dopo Atari, lazienda che aveva appena inventato il ping pong digitale e dove invece lavorava Jobs: «Bello, ma abbiamo già un nostro progetto». Intanto però Steve, il braccio, già lavorava di cervello, non ancora elettronico: di ritorno dalla comune in Oregon che lui - hippie - amministrava, disse in macchina a Woz che aveva trovato il nome per la loro impresa: «Apple, si chiamerà Apple computer». Wozniak tentò per qualche minuto unaltra strada, «ma poi realizzammo insieme che quel nome sarebbe stato un successo».
In vendita
Fatta lidea, ci volevano i capitali: Jobs vende il suo furgoncino da figlio dei fiori per 1.500 dollari, Wozniak il suo computer Hp per 250. La sede dellazienda è in un garage di quella che diventerà la Silicon Valley, ma ai due - caratteri e idee spesso contrapposte - serviva il terzo luomo, quello che avrebbe deciso in caso di controversia. Ecco il momento, linizio della storia: Jobs si rivolge a un collega della Atari, ha 20 anni più di lui ma una visione del mondo testata negli scambi di idee sulla filosofia e letica del denaro. Lui è appunto Ronald Gerald Wayne, che accetta di costruire un sogno.
«Tengo famiglia»
Laccordo viene sottoscritto il 1° aprile 1976. Wayne, che non ha intenzione di licenziarsi da Atari, tiene per sé una quota del 10 per cento: «Ho famiglia, non posso gettarmi nel vuoto», perché già quattro anni prima aveva perso un lavoro. Così il resto viene diviso in due tra Jobs e Wozniak, che hanno già pronto «Apple 1», un kit completo per assemblare un computer. È Wayne, lavorando di notte, a disegnare il primo logo dellazienda - quello con Newton sotto un albero - che presto poi però sarà rimpiazzato con la mela arcobaleno. È Wayne a disegnare i primi manuali, così diversi, così creativi: «O vado in bancarotta o diventerò luomo più ricco del cimitero». Intanto Wozniak crea e Jobs si dedica agli affari: presenta «Apple 1» a un meeting dinformatica e attira lattenzione di Paul Jay Terrel, il proprietario del Byte Shop di Mountain View, un ex rivenditore di videocassette hard che aveva deciso di svoltare. «Bellaggeggio, restiamo in contatto» disse a Jobs. Che il giorno dopo arrivò a piedi in negozio con un cartone in mano: «Sto rimanendo in contatto».
Il primo affare
Terrel ordinò 50 esemplari di «Apple 1» a 500 dollari luno, un affare da 25mila dollari con una condizione: «Voglio i computer già montati e funzionanti». Jobs disse di sì, ma non aveva idea di come avrebbero fatto: non cerano soldi per altri pezzi. Così si arrivò al 12 aprile con Jobs che riuscì ad ottenere nuovi prestiti, Wozniak che rivendeva microchip usati e Wayne che quel giorno fece la scelta: «Ragazzi, non posso rischiare così. Vi rivendo il mio 10 per cento a 800 dollari». Affare fatto. Ron uscì di scena, Apple perse uno dei fondatori: quando nel 1981 lazienda venne quotata in borsa quel 10 per cento valeva già diversi milioni di dollari.
Wayne, la storia del terzo uomo che regalò la Mela per 800 dollari
Fondò lazienda con Jobs e Wozniak il 1° aprile 1976: dodici giorni dopo se ne andò
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