Molestie e oscenità: così festeggiavano "San Valentino" i romani

Prima della festa di San Valentino, i romani festeggiavano il dio della fertilità, Luperco: ecco cosa era

Molestie e oscenità: così festeggiavano "San Valentino" i romani

C'è un passato prima di San Valentino. La festa degli innamorati, infatti, cade il 14 di febbraio ma in passato - in epoca romana - era un'altra la ricorrenza festeggiata. Si tratta dei tre giorni di Lupercalia, una festività tutt'altro che casta. Anzi: era il risveglio del eros.

Come scrive Italia Oggi, infatti, dal tredici al quindici di febbraio i romani erano soliti onorare il dio della fertilità, Luperco. Il cristianesimo ci mise molto, più di tanti altri riti pagani, a trasformare la festa in una ricorrenza religiosa. E infatti sarebbe stata l'ultima ad essere riconvertita: la soppressione risale al V secolo dopo Cristo, ben 49 Pontefici dopo San Pietro. A firmarne l'abolizione fu papa Gelasio I nel 496.

Secondo quanto scrive Italia Oggi, la festa era celebrata da alcuni (giovani) sacerdoti che, seminudi e con le "membra spalmate di grasso e una maschera di fango sulla faccia" giravano per strada molestando giovani donne "compiacenti e in età fertile". A quanto pare la festività era apprezzata tra la popolazione romana, motivo per cui (forse) ci volle più del dovuto ad abolirla.

Oggi il 14

febbraio si onora invece San Valentino, diventato il santo degli innamorati. Secondo quanto scrive Repubblica, è stato un verso de l'Ofelia di Shakespeare a trasformarlo nel patrono delle coppie.

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