Momo Challenge: la sfida social che terrorizza i genitori

Si torna a parlare di Momo Challenge: ecco le ragioni per cui è sconsigliato aggiungere sconosciuti al proprio elenco di contatti WhatsApp

Momo Challenge: la sfida social che terrorizza i genitori

L’ultimo pericolo della Rete si chiama Momo Challenge.

L’Independent ha dedicato un approfondimento all’ultimo fenomeno che sta riguardando WhatsApp, nato in modo del tutto innocente. Momo è in realtà un meme, che raffigura una donna con i capelli lisci e il volto deformato, inviato da sconosciuti aggiunti sul servizio di messaggistica e identificati proprio con il nickname Momo. L’immagine è relativa a una scultura realizzata in Giappone tre anni fa da una società che si occupa di effetti speciali e viene diffusa tagliata - la parte inferiore della scultura ha infatti il corpo di uccello, ma nella foto si vede solo il volto.

Lo scatto spaventoso è stato dapprima utilizzato per diffondere una sorta di leggenda metropolitana a tema horror - sulla falsa riga dei creepy pasta - per gli scherzi tra amici, ma si è trasformato ben presto in qualcos’altro. Spesso Momo viene utilizzato da persone che contattano altre per fare cyberbullismo via smartphone: le prime vittime di questo sono i minori. Si annoverano infatti casi in cui bambini sono stati minacciati in vario modo. Non si tratta quindi di una sfida come la Ice Bucket Challenge, in cui le persone in passato si sono versate addosso acqua ghiacciata in piena estate per beneficenza.

Gli esperti di sicurezza informatica consigliano di fare attenzione a qualunque sconosciuto possa aggiungersi alla lista di contatti WhatsApp, indipendentemente che si presentino con l’immagine di Momo nel profilo.

Aggiungere qualcuno su WhatsApp - spiega l’esperto di sicurezza informatica Jake Moore, dell’azienda Eset - può sembrare innocuo oppure addirittura divertente all’inizio, ma può rivelarsi molto dannoso in futuro una volta che sono diventati un contatto, specialmente se chiedono di fare qualcosa in cui non ci sentirebbe di solito a proprio agio”.

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