Roma - Il governo non voleva correre il rischio di cadere sul ddl welfare. Aveva messo la fiducia. Prodi era ottimista. "Troveremo una soluzione che vada bene a tutti". Anche il presidente della Camera, Fausto Bertinotti, era tranquillo. "Nessuna crisi". E ancora Bertinotti osservava: "Non so dove si fermerà l’asticella tra l’accordo governo-sindacati e il lavoro fatto in Commissione" sul protocollo Welfare. "La mia previsione - aggiunge - è che ovunque si posiziona questa asticella non si creeranno situazioni di crisi nella vita del governo". "In ogni caso - non nascondeva Bertinotti - mi pare che siamo assai lontani dalle attese della soluzione di grandi problemi come quello della precarietà". E invece, all'annuncio dell'accordo: apriti cielo. L'ala sinistra del governo si imbizzarisce fino a chiedere una verifica subito dopo il voto. E Prodi rischia seriamente di non mangiare il panettone.
Boselli: "Mani libere" Il governo sarebbe intenzionato a porre la fiducia sul testo del ddl welfare come licenziato dal consiglio dei ministri, con solo poche modifiche sul job on call e sullo staff leasing. È quanto riferisce Enrico Boselli, dopo il pranzo con Romano Prodi, Enrico Letta e Cesare Damiano. E subito dopo annuncia: "Siamo insoddisfatti, mani libere nella votazione".
Pdci: "Traditi i lavoratori" "Ancora un tradimento nei confronti dei lavoratori. Siamo insoddisfatti. L’accordo raggiunto in maggioranza sul welfare è un passo indietro. E' un nuovo colpo ai diritti dei lavoratori". Lo afferma il capogruppo del Pdci alla Camera, Pino Sgobio, commentando la presentazione del maxiemendamento del governo al ddl sul welfare. E domani alle 12 è stata convocata una riunione del gruppo parlamentare dei Comunisti Italiani alla Camera per decidere come comportarsi alla luce della decisione del governo di porre la fiducia su un nuovo maxi-emendamento al ddl di riforma del welfare. "Potremmo anche decidere di votarlo, ma un minuto dopo il voto cambia tutto, i rapporti - sottolinea Manuela Palermi - non saranno più come prima. Può essere che il governo ce le faccia, ma il giorno dopo non si ritrovi più la sua maggioranza".
Prc: "Verifica a gennaio" Rifondazione comunista domani voterà a favore della fiducia sul ddl welfare "per rispetto al vincolo di maggioranza e considerando le conseguenze di un eventuale voto contrario". Lo ha deciso la segreteria del Prc riunita d’urgenza a Montecitorio dal segretario Franco Giordano. Diversi parlamentari, che comunque hanno accettato la decisione per disciplina di partito, hanno espresso forti dissensi durante la giornata e poi al vertice. Poi Giordano chiede "la verifica". La fiducia sul ddl welfare e il modo in cui è stata posta dal governo sono un fatto "estremamente grave", continua il segretario. Rifondazione voterà la fiducia ma "a questo punto c’è un vero e proprio riposizionamento strategico e a gennaio si dovrà aprire una nuova fase con una verifica politco-parlamentare del governo che chiediamo a Prodi di mettere rapidamente in agenda".
Mastella: "Meglio a dicembre" "Era giusto fare la verifica, si può fare anche a dicembre, non è un problema". Così il ministro della Giustizia, Clemente Mastella, commenta la richiesta avanzata oggi da Rifondazione comunista.
Dini se la ride "Se devo giudicare dalle dichiarazioni degli esponenti del Prc, mi pare che stanno subendo una grossa sconfitta". Se la ride il senatore Lamberto Dini, commentando la richiesta di fiducia sul Ddl sul welfare, a margine di una conferenza stampa in cui presenterà il "minigruppo" che nasce dai Liberal democratici e da Unione democratica. "Mi pare che ciò che noi volevamo, ossia un ritorno al protocollo, sia stato sostanzialmente ottenuto. C’è la questione della delega al governo per quanto riguarda la definizione e i costi dei lavori usuranti. Vogliamo vedere quella delega prima di esprimere un giudizio". Poi, Dini ribadisce: "Io non vorrei che si sia noi a cantare vittoria, ma mi pare che c’è un’altra parte che esce sconfitta".
Dini: "La maggioranza non c'è più" "Quando si chiede un cambio del quadro politico significa che qui non c’è più una maggioranza sicura per il governo e si chiede un qualcosa di diverso come peraltro ha detto Bordon varie volte". Così Dini sulla salute dell'esecutivo. "Chiediamo qualcosa di diverso perché - scandisce Dini - non sembra essere capace di sollevare il paese dal declino nel quale si trova". Willer Bordon aggiunge: "Tanto per capirsi non è che noi stiamo facendo mancare il sostegno. Noi stiamo dicendo che da tempo non esiste più una maggioranza politica e per tempo abbiamo avvisato la maggioranza che così non si può più andare avanti".
Mussi: "Verifica a gennaio" Sinistra democratica voterà la fiducia sul welfare, ma chiede una verifica a
gennaio "se si vuole tirare avanti. Sul welfare come su altre questioni strategiche non si può essere esposti ai venti giornalieri che tirano. È necessario ridefinire pochi punti chiari condivisi, se si vuole andare avanti".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.